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Dazi doganali, guerra tra Trump e Ursula. E l'Italia cerca una terza via
28-02-2025, 11:10
C'è sempre un day after sulle accelerate di Donald Trump. E quella di mercoledì sull'ipotesi dazi al 25% sui prodotti europei è stata assai dirompente. Con il solito schema: «Vogliono fregarci», dice agli americani, nella logica di quella logica Maga che connota le logiche di azione soprattutto in chiave interna. L'Unione Europea «sin dalla sua fondazione è stata una manna per gli Stati Uniti d'America» ha detto il portavoce della Commissione Europea per il Commercio Olof Gill. E ieri, dopo l'incontro con il Primo Ministro Starmer, ha affermato: «Abbiamo avuto problemi con l'Unione europea a causa dei dazi e di molte altre tasse. L'Ue ha citato a giudizio le nostre aziende ed è stata una decisione ridicola. Non ci piace come l'Europa sta trattando il nostro popolo, le nostre aziende. Ci vendono le loro auto ma non possiamo vendere le nostre». E ancora: «Non è una relazione buona, dovremo istituire dei dazi reciproci. Lo avrei fatto anche prima ma nel mio primo mandato c'è stato il Covid». Trump ha poi accusato che i dazi imposti dall'Europa sono «sotto forma di Iva, che è circa il 20%». Nel Vecchio Continente, intanto, si fanno i conti con le eventuali contromisure. Ursula von der Leyen è volata in India per incontrare il Presidente Modi. «In un'epoca di conflitti e intensa competizione -ha affermato la Presidente della Commissione Europea c'è bisogno di amici fidati. Per l'Europa, l'India è un'amica e un'alleata strategica. Discuterò con Narendra Modi di come portare la nostra partnership strategica al livello successivo». La Presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, parlando alla John Hopkins University di Washington, annuncia: «L'Unione europea reagirà con fermezza e immediatezza contro le barriere ingiuste al commercio libero ed equo, anche quando le tariffe vengono utilizzate per sfidare politiche legali e non discriminatorie. Non vogliamo percorrere questa strada, sia chiaro, ma siamo pronti». E però, la fase che intercorre è ancora quella in cui si mettono le pistole sul tavolo, per capire quali saranno - se ci saranno - i punti di equilibrio. Lo fa capire Olof Gill, portavoce della Commissione europea per il Commercio. «Ci sono negoziati in corso tra Ue e Usa. Queste questioni spettano al commissario Maros Sefcovic, che era negli Usa una settimana fa», dice Gill, parlando di «incontri produttivi con gli americani». Poi, il portavoce aggiunge un dettaglio, che è molto sostanziale considerando il contesto italiano. «È tecnicamente possibile imporre delle tariffe sulle esportazioni da un Paese o da un altro». Questo, dunque, proietta il dossier sul piano nazionale, e su quello dei rapporti tra Amministrazione Trump e Governo Meloni che potrebbero per l'Italia innescare una dinamica diversa. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, che sin dall'inizio dell'emersione del dibattito sui dazi ha espresso una posizione cauta, mantiene la linea: «Le risposte sulle questioni dei dazi sono di livello europeo», afferma. «Ne parleremo a livello europeo, dialogheremo e cercheremo di trovare le migliori soluzioni possibili per tutelare i nostri interessi in un rapporto transatlantico che non deve deteriorarsi, però noi dobbiamo tutelare i nostri interessi e le nostre imprese e trovare delle soluzioni che permettano alle nostre realtà di essere competitive, abbiamo una strategia». Dunque, «andiamo avanti, senza agitazioni ma con determinazione e forza per tutelare le nostre imprese, il governo è determinato». Il ministro delle infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini, dal suo canto afferma: «Trump è uomo di business. Ti siedi al tavolo. Cosa difendi l'interesse di Macron o quello degli operai e degli imprenditori»? Dunque, la fase è interlocutoria, e lo dimostrano anche le parole del ministro delle imprese Adolfo Urso: «Non è il momento di dividere l'Occidente, è il momento di unirlo. Le sfide dell'Occidente sono comuni».
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