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De Rensis spiazza tutti: "Sentite cosa scriveva la pm". Il mistero dei 23 minuti
Oggi 28-08-25, 08:07
Continuano i confronti serrati tra i vari protagonisti della nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco, 18 anni fa. Nel corso di Zona Bianca di mercoledì 27 agosto, su Rete 4, l'avvocato di Alberto Stasi - unico condannato mentre Andrea Sempio è indagato per omicidio in concorso - Antonio De Rensis prende tutti in contropiede su uno degli aspetti più controversi della vicenda, quello dell'ora del delitto. Ricordiamo che Stasi è stato assolto per due volte prima dell'appello bis e la condanna confermata in Cassazione. "Ci è stato detto che fin da subito a Garlasco tutti pensavano che l'orario" della morte di Chiara Poggi "era intorno alle nove e mezza, tutti tranne il pubblico ministero... Così ho deciso di portare per la prima volta quello che ha scritto la dottoressa Rosa Muscio", pm dell'appello che ha portato all'assoluzione di Stasi. Dalla sentenza definitiva "noi sappiamo che Stasi ha ucciso Chiara in 23 minuti, tra le 9.12 e le 9.35", afferma De Rensis che legge quanto riportato all'epoca dalla magistrata: "Lei cosa ci dice in appello? 'In altri termini la scienza medico-legale può fornire un'indicazione orientativa che nel caso di specie non permette di escludere alcuna fascia oraria dalla mattina del 13 agosto, poiché tutti i diversi orari che rientrano nell'arco temporale indicato possono avere pari fondamento, ne consegue che Alberto Stasi abbia avuto il tempo di commettere l'omicidio sia prima delle 9.35 che nell'ultima parte della mattina dopo le 12.46'". Insomma, mina alla base uno dei punti cardini per cui solo Stasi avrebbe potuto compiere il delitto. Nel corso del dibattito interviene sul punto laria Cavo, giornalista ed esponente di Noi Moderati. "Ricordo benissimo quel passaggio che l'avvocato ha portato con la ricostruzione della Muscio. Era nell'appello che poi ha assolto Stasi. Quindi non stiamo parlando di una ricostruzione che non sta in piedi e che porta la condanna di Alberto, porta all'assoluzione. In quella fase processuale non c'erano gli elementi a livello probatorio e logico per arrivare alla condanna di Alberto - afferma Cavo - Infatti non ci si è arrivati, ma poi si arriva a un appello bis e permettetemi, ci sono altri magistrati, non c'è più la Muscio. C'è un altro magistrato, c'è un'altra pubblica accusa che fa un'impostazione diversa, che porta una sentenza diversa, che colloca l'orario della morte in una maniera precisa. Io non so dire se in maniera corretta o no, ma è una sentenza che ha retto di fronte alla Cassazione".
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