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Delitto di Garlasco, ombre sul legale dei Poggi e le "soffiate" ai Sempio
11-04-2025, 08:56
Prima l'iscrizione di Andrea Sempio, poi il fascicolo sul procuratore Mario Venditti che lo archiviò e ora gli approfondimenti sull'avvocato di parte civile Gian Luigi Tizzoni. Sullo sfondo due carabinieri arrestati per un presunto giro di corruzione, che lavoravano alla Procura di Pavia all'epoca della prima inchiesta su Sempio. È deflagrata una bomba investigativa nel caso Garlasco, che ogni giorno si arricchisce di colpi di scena. E alimenta dubbi sul destino di quel fascicolo del 2017 contro Sempio, archiviato con un'inchiesta lampo dopo soli due mesi dall'avvio del procedimento. Ad attirare l'attenzione dei magistrati pavesi, coordinati dal procuratore Fabio Napoleone, ora non ci sono solo quelle intercettazioni dalle quali trapela come l'indagato fosse molto informato sulle mosse degli inquirenti, già prima dell'interrogatorio del 10 febbraio 2017, ma anche alcune rivelazioni, andate in onda lo scorso martedì in un servizio de Le Iene su Italia1, della mamma di Sempio, Daniela Ferrari, e del difensore dell'indagato, Massimo Lovati. Rivelazioni che riguardano l'avvocato della famiglia Poggi e che, qualora fossero vere, dissiperebbero le ombre su alcuni misteriosi riferimenti, rimasti finora inspiegabili, nelle intercettazioni tra Sempio e i genitori nei giorni in cui il 37enne era per la prima volta sotto inchiesta per il delitto di Garlasco. In un'intervista al giornalista Alessandro Di Giuseppe, l'avvocato Lovati ha rivelato che Tizzoni, che rappresenta i genitori della vittima, durante quelle indagini avrebbe dialogato con la famiglia Sempio e con lo stesso indagato. Una circostanza confermata dalla mamma, la quale avrebbe perfino ammesso che Tizzoni potrebbe aver passato gli atti dell'indagine sul figlio, coordinata dall'allora procuratore Venditti, all'avvocato Lovati «non so se glieli ha dati a pagamento o gratis», ha detto la Ferrari. Al momento non ci sono elementi per stabilire se la storia abbia qualche fondamento. Anche perché l'avvocato Tizzoni non ha ufficialmente replicato alla questione. Però gli inquirenti vogliono vederci chiaro e stanno effettuando una serie di accertamenti. Anche alla luce delle conversazioni intercettate, che dipingono l'immagine di un indagato fin troppo informato. Che già il giorno prima dell'interrogatorio, il 9 febbraio, era venuto a conoscenza di alcuni elementi investigativi in mano agli inquirenti che l'avrebbero ascoltato. I carabinieri, già allora, scrivevano nel brogliaccio che, dopo essere usciti dallo studio di Lovati, i Sempio parlano di com'è andato il colloquio e «il padre racconta delle chiamate di Andrea la sera tardi. Lui interviene e dice che gli investigatori hanno trovato le telefonate all'una di notte a casa di Chiara», si legge. Insomma, un dettaglio che l'indagato non avrebbe dovuto conoscere e che, invece, era stato rivelato, al punto da permettergli di preparare una versione. E ancora la questione dell'archiviazione, che Sempio aveva saputo in anticipo. Il 21 febbraio il padre commenta le voci che parlano di una possibile archiviazione e dice al figlio: «L'unica cosa che ha detto Lovati... ha detto che gira voce da Tizzoni che è in fase d'archivio… però non sappiamo niente di preciso». Una questione, quella dell'intenzione della Procura di proscioglierlo, che lo stesso Sempio sottolinea di non dover conoscere: «Legalmente... non ho il diritto di saperlo... in via ufficiosa lo scopriamo comunque... non è un problema eh!». Senza contare che, sempre per bocca di Sempio, gli inquirenti lo avevano già tranquillizzato sull'iter dell'inchiesta: «Te pensa che con quello che c'è nelle carte... direttamente il pm ha detto che è una cosa... ce l'ha già detto che è una mezza minchiata e ce l'ha detto in faccia a me... ai due avvocati... quindi ce l'ha detto... ce l'ha detto lui... loro stessi».
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