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Ex brigatisti e terroristi dei Fratelli Musulmani: chi c'è dietro la moschea di Roma
Ieri 09-07-25, 09:09
Si trova a Centocelle la nuova moschea che verrà costruita a Roma, sarà la seconda più grande della Capitale, con una capienza di mille persone e sorgerà a piazza delle Camelie, presso il palazzo dell'ex mobilificio Gaggioli. Ma chi c'è dietro? Secondo quanto ci risulta c'è uno strano intrigo tra fratellanza musulmana e brigate rosse. Sono due le figure chiave che orbitano nell'ambiente e nello specifico sono Ben Mohamed Mohamed e Maurizio Falessi, spesso accanto al predicatore in diversi contesti. Il primo è l'imam della moschea ed ex presidente dell'associazione Al Huda, anche se ora a ricoprire quel ruolo, per sostituirlo, è stata da lui nominata la moglie. Mohamed però sembra essere molto vicino al partito politico Ennahda, in Tunisia la principale declinazione della Fratellanza musulmana, anche se il movimento ha sempre tentato di definirsi parte di un islam moderato. Il secondo, Maurizio Falessi è stato latitante in Libano, ed era il gennaio del 2004 quando il Viminale ha annunciato la sua cattura insieme a quella di Rita Algranati: erano stati entrambi prelevati in Egitto e trasferiti a Roma nei locali della Digos in questura. Algranati, nota come la «compagna Marzia» è stata condannata all'ergastolo nel processo Moro Ter ed è considerata una figura di primo piano delle Br. Tra i fatti più importanti di cui è stata accusata, ci sono gli omicidi del giudice Riccardo Palma, del consigliere provinciale di Roma della Dc Italo Schettini, del generale Antonio Varisco e dell'assalto alla sede della Dc in piazza Nicosia, a Roma, nella quale vennero uccisi due agenti di polizia. Falessi, invece, non militava nelle Brigate rosse ma nelle Unità comuniste combattenti, una formazione armata degli anni Settanta che non ha mai rivendicato omicidi. Ma pendeva su di lui una condanna a undici anni per associazione sovversiva, banda armata, rapina, sequestro di persona e armi. Era irreperibile dal ‘79 e formalmente latitante dall'89. Ma c'è di più, perché suo fratello, Silvano, anche lui noto alle forze dell'ordine, sembra essere associato ai giovani palestinesi e all'Udap (Unione Democratica Arabo Palestinese), due realtà attenzionate in quanto fortemente attive nella causa della liberazione della Palestina. Le persone in questione, ovvero principalmente Ben Mohamed Mohamed e Maurizio Falessi (anche se tutti i nomi sopracitati orbitano nel medesimo ambiente e partecipano alle manifestazioni indette dalla moschea) sono ora formalmente nella moschea Al Huda di via dei Frassini, ma, essendo il progetto quello di spostare i fedeli nella nuova sede di Centocelle, saranno loro, che oggi gestiscono via dei Frassini a prenderne il comando. Ciò, in aggiunta, è testimoniato dal fatto che è stato proprio Ben Mohamed Mohamed a figurare come rappresentanza nel compromesso di vendita della moschea di Centocelle in nome e per conto dell'Associazione culturale islamica in Italia il 26 settembre del 2012 presso il notaio Nicola Raiti. La narrazione però non si ferma qui, perché c'è anche la questione economica: dove sono stati presi i fondi per la costruzione dell'edificio? È il Qatar che ha finanziato l'acquisto dell'immobile per 3,6 milioni di euro, avvenuto tramite l'associazione culturale che fa capo alla moschea Al Huda, nel medesimo quartiere. Ma non ci sono solo loro dietro: ai soldi del Qatar si aggiungono gli incentivi statali previsti dal superbonus 110% per un importo complessivo di oltre 1 milione e 800 mila euro. Non siamo più davanti a finanziamenti privati, ma a soldi pubblici dati agli islamici dal Governo Conte II. C'è un dettaglio ulteriore: come si legge sul cartello esposto sull'impalcatura del cantiere, i lavori sono iniziati il 9 giugno del 2025. Però, per poter ottenere il bonus del 110% i lavori devono essere già stati avviati o deve esserci quantomeno l'avvio del cantiere e, con le nuove norme, non c'è più il 110%, ma il 70% (nel 2024) e 65% (nel 2025). Il caso della moschea però sembra non rientrare in nessuno dei molteplici casi. Allora loro, avendoli iniziati a giugno, come hanno fatto ad accedere al bonus? Ci sono anomalie o è tutto lecito? Una questione che oggi assume contorni che vanno ben oltre la semplice apertura di un'ulteriore moschea o confini ideologici.
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