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Famiglia nel bosco, il vero nodo non è la scuola: cosa dicono gli atti
Oggi 24-11-25, 10:45
I motivi che hanno spinto la giudice del tribunale de L'Aquila, Cecilia Angrisano, in camera di consiglio con Roberto Ferrari, Simone Giovarruscio e Alida Gabriela Alvaro, a sospendere la responsabilità genitoriale di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, la famiglia che vive nel casale dei boschi di Palmoli, a Chieti, non sono tanto quelli legati alla scuola quanto alla mancanza di socializzazione. "L'ordinanza cautelare non è fondata sul pericolo di lesione del diritto dei minori all'istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione (articolo 2 della Costituzione), produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore", scrivono le toghe, "la deprivazione del confronto tra pari in età da scuola elementare (circa 6-11 anni) può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino". A tal proposito "il gruppo dei pari è un contesto fondamentale di socializzazione e di sviluppo cognitivo-emotivo. In ambito scolastico, il confronto e l'interazione con i compagni sono cruciali per l'apprendimento e il successo formativo". In considerazione delle "gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all'integrità fisica e psichica, all'assistenza materiale e morale, alla vita di relazione e alla riservatezza, i genitori vanno sospesi dalla responsabilità genitoriale", è deciso. La vicenda è complessa e divide l'opinione pubblica. I bambino - – due gemelli di 6 anni e una bambina di 8 - sono alloggiati in una casa famiglia, dove la madre ha diritto a vederli. Secondo quanto riporta il Corriere della sera, i bambini chiedono: "Fateci tornare a casa". Il loro avvocato, Giovanni Angelucci, apiega che "il primo obiettivo è quello di far riunire la famiglia, il secondo è quello di riportarli a casa. Questi due passaggi potrebbero non coincidere a livello di tempistica, ma mi auguro che a stretto giro si possa ottenere il ricongiungimento". Il ricorso deve essere presentato entro il 29 novembre. I giudici hanno evidenziato il rifiuto agli incontri con gli assistenti sociali e a consentire l'accesso all'abitazione, oltre alle mancanze sul fronte della documentazione relativa all'istruzione parentale e all'aspetto sanitario, senza contare le condizioni dell'immobile in cui vivono, igieniche e di stabilità. Ma il fronte in sostegno alla "famiglia del bosco" cresce: amici e conoscenti della coppia anglo-australiana hanno organizzato per il prossimo 6 dicembre a Roma una manifestazione nazionale di solidarietà. Si svolgerà davanti alla sede del ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità.
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