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Fdi va all'attacco di Hannoun: "Propaganda al fondamentalismo"
Oggi 10-11-25, 08:36
Ci mancava l'ennesimo insulto dalla piazza e a farlo è stato stranamente Mohammad Hannoun. Il giordano filo Hamas al centro della nostra inchiesta, collegandosi telefonicamente con la piazza di Milano ha parlato della Presidente del Consiglio chiedendosi se «la presidente Meloni era presente a Sharm el Sheikh. Io non so se si sia presentata per sfilare, per fare la modella o se era lì per rappresentare l'Italia; ma se ha partecipato in rappresentanza del governo italiano allora dovrebbe impegnarsi e fare pressione perché vengano rispettati gli accordi», ha detto, riferendosi al vertice internazionale per la pace in Medio Oriente del 13 ottobre scorso. E quindi, dopo il daspo da Milano per incitamento all'odio, dopo aver invocato la cosiddetta legge del taglione per cui «chi uccide va ucciso», dopo essersi espresso sulla pena di morte, ecco che impartisce lezioni di politica con sfondo sessista. A insorgere il partito di maggioranza con la responsabile del dipartimento immigrazione di FdI Sara Kelany: «Mohammed Hannoun è megafono della propaganda ProPal e antisemita, oggetto di plurimi daspo per linguaggio d'odio e cantore delle gesta dei terroristi di Hamas. È l'ennesimo insulto alla nostra Presidente del Consiglio e, ancor più gravemente, la dimostrazione che l'Islam fondamentalista non rispetta le donne, che vorrebbe subordinate e sottomesse agli uomini. Una visione inaccettabile. Hannoun porti rispetto alle istituzioni e alle donne italiane e non si permetta più di insultare». Poi l'affondo all'opposizione che ha intrattenuto rapporti con lui, ospitandolo nelle aule del Parlamento: «Aspettiamo, credo ancora una volta invano, che questo attacco orrido venga condannato anche dalle parlamentari di sinistra, che gridano al patriarcato ad ogni piè sospinto, ma se si tratta di questi argomenti tacciono. Mi chiedo cosa ne pensi la deputata Stefania Ascari, del M5S, che con questo soggetto inqualificabile ha stretto rapporti politici tanto da invitarlo alla camera e da partecipare con lui a missioni estere». Proprio Kelany che con i colleghi Bignami e Filini ha presentato una proposta di legge contro il fondamentalismo islamico, per impedire che l'Islam in Italia possa agire in modo incontrollato: monitoraggio serrato dei finanziamenti che giungono alle moschee, pene in aumento per i matrimoni forzati e combinati, allargamento del perimetro del reato di istigazione a delinquere per motivi religiosi, dando potere al Prefetto per chiudere i luoghi di culto in cui si svolge la propaganda e divieto del velo integrale con multe da trecento a tremila euro. Ma da FdI anche Riccardo De Corato, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali ed ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi: «Il terrorista palestinese riesce, nonostante i Daspo ricevuti continua a seminare odio nel nostro Paese e deve essere subito espulso. La libertà di manifestare è garantita dalla Costituzione, ma non può trasformarsi nella legittimazione dell'odio e non deve diventare un palcoscenico per chi alimenta tensioni nelle nostre strade. In Italia e a Milano non c'è posto per l'antisemitismo incessante. Criticare governi e scelte politiche è lecito, incitare e istigare alla violenza contro la Comunità Ebraica non lo è. Per questo considero inaccettabili questi continui ed incessanti atteggiamenti che sono sta stigmatizzare senza alcun tentennamento». E, proprio da Milano, si fa sentire il direttore del Museo della Brigata ebraica Davide Romano: «Hannoun ogni giorno se ne esce con dichiarazioni più violente e totalitarie. Sarebbe il caso chiarisse una volta per tutte se sta con i palestinesi, o con Hamas che li fucila in piazza. Se dopo mesi di richieste di chiarimenti non ha saputo condannare Hamas, è evidente che sia un pericolo per i palestinesi quanto per gli italiani».
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