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Follia a sinistra: cambiare il nome a via Nazionale. Ira a destra, poi dietrofront
Oggi 16-05-25, 09:03
Scoppia la bufera dopo la proposta della maggioranza del centrosinistra capitolino di cambiare il nome di una delle storiche vie del centro di Roma, Via Nazionale, per «onorare la carta fondamentale». La mozione è stata presentata dal gruppo Roma Futura e firmata dai consiglieri Giovanni Caudo e Tiziana Biolghini: «A Roma non c'è una strada dedicata alla Costituzione. Abbiamo quindi depositato una mozione da approvare in aula in vista della festa del 2 giugno». Per questo è stato chiesto al sindaco Roberto Gualtieri di mettere mano alla toponomastica. Ma siamo sicuri che la scelta non risieda, invece, nel fatto che la parola «nazionale» posso richiamare anche solo lontanamente un concetto troppo di destra? A considerarla una proposta folle è il Presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri: «Rispetto la costituzione, la toponomastica, ma molto meno gli stolti. Perché una cosa simile altro non fa che ridicolizzare la costituzione riducendola al nome di una strada. È un dibattito surreale e noi non impediremo certo agli stolti di percorrere via Nazionale. Allora vogliamo cambiare il nome anche a Via Cola di Rienzo perché era un po' troppo sovversivo? Rinominiamo anche piazza Mazzini? Anche il Circo Massimo mi sembra troppo grande, da oggi diventa circo Medio altrimenti si monta la testa? Non appena ho un po' di tempo manderò all'amministrazione comunale una serie di proposte. Cominciamo con il cambiare nome anche a piazza Venezia: perché si chiama così se non c'è neanche un po' d'acqua? Chiamiamola Piazza Roma. Il Pd può cominciare a esercitarsi partendo dai miei spunti creativi e mi sento di dire che per le persone che hanno partorito questa proposta provo una profonda e umana comprensione». A insorgere era stato subito il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di FdI: «Il nome di via Nazionale non deve essere sfiorato dal furore ideologico della sinistra. La sinistra continua a voler cancellare la storia della nostra Patria, accecata com'è dalla fasciofobia anche quando il ventennio non c'entra niente. Via Nazionale non si tocca, semmai il tema è di come rivitalizzarla, dopo che le amministrazioni verde e rosse l'hanno desertificata». Idea attaccata anche da Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina: «Invece di rilanciare una delle strade storiche più importanti di Roma, la sinistra si inventa l'ennesima iniziativa inutile. Una scelta simbolica, costosa e totalmente scollegata dai veri problemi della città». Una via, aggiunge Santori «oggi simbolo di decadenza: negozi chiusi, teatri abbandonati, alberghi in crisi. Invece di pensare a un tavolo pubblico-privato per il rilancio economico, commerciale e culturale dell'intera area, il centrosinistra pensa bene di cambiare il nome a una via. È questa la priorità per Gualtieri e compagni? È questo il rispetto per una Capitale che chiede decoro, sicurezza, servizi?». Già ieri doveva esserci la discussione della mozione in Consiglio Comunale, essendo il tema all'ordine del giorno ma, per questioni di priorità è poi slittato. E, dopo diverse polemiche, in serata è arrivato il comunicato di Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura, che ha tentato una sorta di mediazione, anche se difficilmente queste dichiarazioni saranno ben accolte: «Vorremmo rassicurare i vari esponenti della destra romana. Via Nazionale non cambierà nome perché è una strada storica e quindi non può cambiare. Ma la proposta di cui si discute chiede anche di dedicare una strada importante alla Costituzione che ricordo essere alla base della Repubblica. Auspico quindi che possa essere presto messa ai voti una proposta condivisa che individui una strada adeguata attraverso la quale celebrare la Costituzione». Il punto però è un altro: se la destra non fosse insorta, martedì avrebbero comunque discusso la mozione? Perché, fino a poche ore prima del caos mediatico, non sembrava proprio che qualcuno della maggioranza avesse espresso parere negativo.
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Il Tempo
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