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Garlasco, l'audio choc delle zie di Chiara: "Se è morta tra le 9,30 e le 10 ci siete dentro voi"
Oggi 25-06-25, 07:18
«Perché se Chiara è morta alle 9.30-10, ci siete dentro voi altri!». Quell'orario del delitto di Garlasco che agitava gli animi delle zie di Chiara Poggi. È il 12 febbraio 2008 e Maria Rosa, mamma delle gemelle Stefania e Paola Cappa, si sfoga al telefono con la sorella Carla in merito ai colloqui con la pm Rosa Muscio, titolare dell'inchiesta per l'omicidio del 13 agosto 2007. In quel momento, il magistrato aveva deciso di rivalutare gli alibi di mamma e figlie, mai indagate per l'assassinio, che invece ha portato alla condanna di Alberto Stasi. Le intercettazioni - «Carla! Dodici ore sono stata là...dalle 11.30 della mattina, siamo andate tutte e tre... ognuna quattro ore». Le due criticano la difesa di Stasi e ripercorrono gli elementi a sostegno degli alibi. «Ma tu non avevi tutti gli scontrini di tutto quello che avevi fatto?», domanda Carla. «Ma sì, ma Carla cosa vuol dire?... Lei doveva essere sicura al cento per cento... mi ha chiesto come ero vestita la mattina, la sera, a che ora sono uscita la mattina... io non ho niente da nascondere...», garantisce. «E le figlie? Anche loro per cosa?», continua la sorella. «Eh, sempre per la storia della mattina, il tutore... anche a me hanno chiesto del tutore, dove arrivava? E se poteva toglierselo». Poco dopo Carla chiede: «Comunque non è che hai fatto delle cose che ti debba rinviare a giudizio per qualcosa?». E Maria Rosa: «Ma non credo proprio! Perché altrimenti lo avrebbe fatto subito dall'inizio eh... mi ha detto: chi è questo numero di telefono? Chi è quest'altro?... Poi mi è venuto in mente tutto... mi credi che mi sento la spada di Damocle sul collo... per questi qua... (la difesa di Stasi, ndr)... ma poi sai anche a distanza di mesi io non mi ricordavo neanche più che ero andata in posta per esempio... poi sono andata anche dal dottore! Gliel'ho detto, ho le fotocopie delle ricette... e sono arrivata a casa che erano le undici e mezza passate». Carla sottolinea: «Ma a loro fa tanto comodo spostare l'orario di quando è morta Chiara! Perché se Chiara è morta alle 9.30-10, ci siete dentro voi altri, ammesso! Che poi la Paola... la Stefania era al telefono e tu... a fare le commissioni. E invece se metti l'orario più tardi, lui è dentro in pieno!». L'ora della morte di Chiara, comunque, era già stata pronosticata con precisione quasi chirurgica da Stefania Cappa, in quella famosa intercettazione in caserma con Stasi. È lo scambio in cui la gemella azzardava che la cugina fosse rimasta vittima di una rapina finita male e, alla supposizione di Stasi che diceva «secondo me qualcuno è entrato lì dentro e lei si è spaventata», esclamava: «Ma alle 9 e mezza?!». La stessa Stefania, il 9 febbraio 2008, piange al telefono con una sua amica: «Per me è uno schifo... ma va guarda Ceci sto proprio di merda... cioè io comunque in questo mesi ho tentato un po' di rifarmi la mia vita diii... un po' di tutto. L'altro giorno ancora mi sono venuti a prendere, mi hanno interrogata ancora... io sono stanca», continua in lacrime la cugina di Chiara, raccontando che stavolta «non mi hanno interrogata i carabinieri... mi ha interrogata la Rosa Muscio... il pm, e quando sono entrata mi ha fattola sua bella ramanzina... che se dichiaravo il falso, il falso sarà usato contro di me al processo e tutte ste cose qua... prima di iniziare l'interrogatorio. Quindi non era più acquisizione sommaria di elementi, qualora un interrogatorio vero e proprio, di fronte ad un uditore giudiziario, la Muscio, e due testimoni». Una circostanza che avrebbe fatto esacerbare l'animo della gemella, visti i toni che, due giorni dopo, usa parlando con un altro amico. «Lei addirittura (la pm Muscio, ndr)... a dover dire la verità perché se dichiara il falso sarà usato contro di lei al processo, ma va a fanculo va! Le volevo dire ma mettiti un dito nel culo! che ora che fai qui... che fai il processo io sono già espatriata in America e non mi vedi neanche, deficiente!», dice Stefania. Infine, quando l'amico sottolinea «ma tanto è provato che tu non c'entri un cazzo di niente», lei replica: «No, ma al di là di quello, magari mi faceva delle domande e io non mi ricordavo... e allora andavo un po' a logica, eh ma non vada a logica».
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