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La telefonata di Cappa al dottore per assicurarsi l'alibi, l'intercettazione
Oggi 12-07-25, 07:40
«Ti volevo dire sta cosa... che rimanga tra di noi... ci hanno risentiti un po' in questi giorni, ehh sai che mia mamma quella mattina era venuta da te facendosi prescrivere delle ricette così». È il 13 febbraio 2008 e Stefania Cappa, la cugina di Chiara Poggi, telefona al medico Davide. Nei giorni precedenti la gemella, insieme a sua sorella Paola e a sua madre Maria Rosa, erano state sentite per la prima volta dalla pm Rosa Muscio, titolare del fascicolo sul delitto di Garlasco, la quale, ormai prossima al rinvio a giudizio di Alberto Stasi, voleva rivalutare gli alibi e mettere agli atti con precisione tutti gli spostamenti delle donne di casa Cappa della mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara è stata uccisa. Nell'occasione Maria Rosa aveva ripercorso le commissioni della mattina: la spesa al supermercato Famila, l'ufficio postale, la farmacia. «Ma poi sono andata anche dal dottore! Gliel'ho detto, ho le fotocopie delle ricette... e sono arrivata a casa che erano le undici e mezza passate», si era sfogata Maria Rosa il 12 febbraio con la sorella Carla, la quale aggiungeva che alla difesa di Stasi «fa tanto comodo spostare l'orario di quando è morta Chiara... perché se Chiara è morta alle nove e mezza dieci, ci siete dentro voi altri, ammesso... e invece se metti l'orario più tardi, lui è dentro in pieno!». All'indomani di questa conversazione è Stefania ad alzare il telefono. Chiama Davide, il sostituto del medico di famiglia, per informarlo che sua madre, nel colloquio con la Muscio, aveva inserito, tra le altre cose, le ricette per dimostrare il suo alibi. «Ehh sai che mia mamma quella mattina era venuta da te facendosi prescrivere delle ricette così», dice la gemella. «Sì sì, adesso non mi ricordo», risponde il dottore. «Ecco vedi di ricordarti», intima lei, «perché mia mamma ha sempre detto che c'era... invece c'eri tu, quindi oggi in questi giorni che è stata risentita, mia mamma si è corretta e ha detto che eri tu il sostituto, che era venuta da te al mattino a farsi prescrivere le cose, poi quando sei venuto il pomeriggio, gli hai detto a mia mamma, signora c'eravamo visti... che mia mamma ti ha detto... una battuta, c'eravamo visti solo due ore fa, invece adesso ci rivediamo per una cosa così», suggerisce, aggiungendo che «quindi magari ti risentiranno, per confermare che era venuta al mattino per le ricette...». Il dottore allora controbatte: «Sì guarda io mi ricordo guarda sicuramente il pomeriggio, che mi ha chiamato, cioè ero venuta a vederla... avevo appena iniziato l'ambulatorio». Stefania lo interrompe: «Ma anche il mattino gli avevi prescritto le ricette». Il medico è titubante: «Mi ricordo ma francamente non mi ricordo». Tanto da suscitare l'interiezione della gemella: «Ehh va bè». A quel punto Davide sottolinea che «però comunque sono tutte registrate nel senso, le impegnative». Stefania aggiunge: «No no ma lei tanto ha consegnato le fotocopie... però sicuramente, visto che probabilmente ti chiameranno per avere ulteriore conferma, mia mamma ha detto siccome i Giarda (la difesa di Stasi, ndr) stanno facendo il loro gioco sporco di sputtanare gli altri, siccome mia mamma quella mattina era in giro a fare delle commissioni... oltre ad avere portato tutti gli scontrini...». Il medico appare sempre più preoccupato: «Ma ascoltami, ascoltami, mi chiameranno per dirmi questa cosa?». E Stefania: «Per dire che il mattino era venuta a fare le ricette, il pomeriggio perché quando abbiamo scoperto il delitto ti abbiamo telefonato perché lei non stava bene... ti dico, magari no, però tutto può essere perché comunque le prime volte non aveva detto che c'era il sostituto, aveva detto sono stata dal dottore, quindi loro avevano visto le ricette ehh hanno visto il timbro di De Marchi quindi...». Davide allora rimarca: «Certo con la mia firma però va beh». E Stefania conclude: «Ehh ma figurati se loro la capiscono, guarda già i carabinieri con tutte le barzellette che gli fanno sopra... (ride)».
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