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Garlasco, Lovati rilancia: "Criminali internazionali". La tesi in tv
Oggi 08-07-25, 15:38
"Sicuramente non è di sangue, è una fotografia. Come fanno a dire che c'era sangue lo sa il Signore. Quella colorazione rossastra che si vede sulla fotografia non è altro che un reagente, che può essere scambiato ad occhio nudo da chi come me non ne capisce niente per sangue, ma non c'è sangue e, soprattutto, non è come si è sbandierato dal 20 di maggio, non è l'impronta di Andrea Sempio". Lo ha affermato l'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, nel corso del programma, nel corso del programma "Filorosso", su Rai 3, e dedicato al delitto di Garlasco. "Questa impronta nasce il pomeriggio del 20 di maggio, che era il giorno in cui era fissato la data dell'interrogatorio di Stasi, Sempio e Marco Poggi che si trovava a Venezia", ha detto Lovati, "Noi avevamo appena inviato l'eccezione all'invito a comparire per rendere l'interrogatorio, perché c'era un difetto di forma, e quindi non ci siamo presentati all'interrogatorio. Ovviamente tutti i giornalisti erano al Palazzo di Giustizia di Pavia e quando si è capito che non saremmo intervenuti tutti si sono piombati a Vigevano. Meno male che non siamo andati perché quel pomeriggio c'è stata una notizia eclatante e sensazionale con una fotografia, purtroppo fake news, su questa impronta di colore rossastro, con a fianco un'altra impronta palmare che si dice essere anche questa di Andrea Sempio. Non le nascondo che in quel momento, che c'erano i giornalisti nel mio studio, mi sono sentito terrorizzato e lì era proprio il caso di essere terrorizzato, e infatti io lo ritengo un atto di terrorismo. Io mi sono tranquillizzato subito dopo, quando aprendo il computer ho trovato una nota della Procura della Repubblica, che spiegava che innanzitutto non avevano intenzione di far comparire Sempio coattivamente e in secondo luogo avevano depositato una consulenza tecnica, firmata Iuliano e Caprioli che concludevano per la corrispondenza di questa impronta a quella di Sempio. Mi sono tranquillizzato perché ho capito che era solo una consulenza tecnica, non era oro colato e adesso abbiamo dimostrato con i nostri consulenti che questa consulenza rimane una consulenza di parte". Lovati ha rimarcato di essere sempre stato "convinto dell'innocenza di Sempio e anche di Stasi. Io ho la mia teoria e l'ho illustrata più volte, però non ho elementi suffraganti, né prove, né indizi. Ho sempre sostenuto che la vittima è stata eliminata perché ritenuto un personaggio scomodo ed è stata eliminata da una organizzazione criminale internazionale. Qualora dovesse essere riconosciuto Sempio colpevole, automaticamente Stasi sarebbe da considerarsi quantomeno riabilitato. I miei incubi in questo momento si sono smorzati. Non è che non li abbia più. I dati che sono scaturiti da queste prime indagini scientifiche non sono nulla di negativo per il mio assistito. Anzi, lo terrebbero estraneo dall'evento omicidario, però non abbassiamo la guardia, perché l'indagine è insidiosa, molto particolare, perché il capo di incolpazione è talmente ondivago e insidioso da non permettere una difesa specifica. Questa indagine sembra lo "schiaffo del soldato", non si capisce da dove arrivano i colpi". L'avvocato ha spiegato di avere "molto poca fiducia nella giustizia, purtroppo, in genere" e ha spiegato la difficoltà di Garlasco "un piccolo Paese di 9 mila anime in un territorio che è la Lomellina, un territorio molto arido e scontroso per cui l'omertà che è stata rilevata in questa indagine c'è, come probabilmente c'è nei piccoli paesi, un po' meno nel Sud. C'è più al Nord e si è visto
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