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Garlasco, Nordio su Stasi: "Irragionevole la condanna dopo due assoluzioni"
Ieri 25-05-25, 22:34
Il caso di Garlasco è tornato alla ribalta: si indaga su Andrea Sempio per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi mentre ci si interroga se Alberto Stasi è un innocente in carcere. "Premesso che, come sapete, non posso, non debbo e non voglio parlare di vicende in corso, quello che posso dire è che trovo irragionevole che dopo una sentenza o due sentenze di assoluzioni, sia intervenuta una condanna senza nemmeno rifare l'intero processo", ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervistato da Zona Bianca, su Rete 4, rispondendo a una domanda sul delitto di Garlasco e in particolare sul fatto che, secondo Stefano Vitelli, il giudice che nel 2009 assolse Alberto Stasi per l'uccisione di Chiara Poggi, il ragionevole dubbio non è stato applicato. "Tutto questo è irrazionale perché, se per legge si può condannare soltanto al di là di ogni ragionevole dubbio, quando uno o più giudici hanno già dubitato il punto da assolvere, non si vede come si possa condannare. Questo secondo me è irragionevole e andrebbe cambiato con una riforma, che noi abbiamo provato a fare e abbiamo fatto a metà", ha aggiunto Nordio. "Io credo che purtroppo in questo momento l'opinione pubblica e l'opinione del cittadino nei confronti della giustizia sia abbastanza negativa", ha detto il ministro della Giustizia a chi gli chiede se tema che la vicenda Garlasco possa avere un impatto negativo per la giustizia a livello di opinione pubblica. "Secondo me più di una colpa dei magistrati è una colpa delle leggi. I magistrati amministrano queste leggi che sono imperfette e che consentono addirittura di procrastinare dei processi all'infinito anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli". A chi gli chiede se possano esserci conseguenze per i magistrati della vecchia inchiesta su Garlasco nel caso in cui emergessero delle nuove verità, Nordio risponde: "No, questo assolutamente no". "Secondo me la responsabilità si può avere soltanto quando il magistrato o non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte - aggiunge - È proprio per questo che per tutti i processi esiste nei paesi democratici un doppio o triplo grado perché si presume che la sentenza possa essere sbagliata".
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