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Garlasco, nuovo testimone fa tremare Sempio. Crolla l'alibi dello scontrino?
Ieri 02-05-25, 14:59
Un nuovo testimone potrebbe minare alla base la versione della famiglia e l'alibi stesso di Andrea Sempio per il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. Per l'omicidio del 13 agosto 2007 è in carcere con una condanna definitiva il fidanzato Alberto Stasi, ma come noto recentemente si indaga sull'amico del fratello della vittima per omicidio in concorso. Se ne parla nel corso di Mattino 5, venerdì 2 maggio. Nella trasmissione condotta da Federica Panicucci su Canale 5 viene ricostruito che la madre di Sempio, convocata dai carabinieri, ha avuto un malore dopo aver sentito il nome del nuovo testimone. In ongi caso si è avvalsa della facoltà di non rispondere, diritto riservato ai congiunti degli indagati. "Il testimone in questione sarebbe già stato sentito dagli uomini dell'arma, si tratterebbe di un vigile del fuoco in pensione - viene spiegato - Ma quando il suo nome è stato pronunciato dai carabinieri lo scorso lunedì davanti a Daniela Ferrari, la mamma di Sempio, convocata in caserma per essere ascoltata, la donna avrebbe avuto un malore. Perché una reazione così forte? Ai carabinieri la donna avrebbe riferito di conoscere quell'uomo, i due però non si vedrebbero da almeno 25 anni. Secondo il suo racconto ci sarebbero stati solo alcuni messaggi di auguri. L'incontro tra la mamma di Sempio e l'ex pompiere risalirebbe a quando la signora Ferrari lavorava in una casa di riposo e il vigile del fuoco tenne un corso sulla sicurezza. Ma in famiglia di quell'uomo non si è mai fatto cenno, né Andrea Sempio né suo padre lo conoscerebbero. Quale potrebbe essere dunque il ruolo di questa nuova enigmatica figura?". Ebbene, secondo la difesa di Alberto Stasi, l'ex fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio, questa nuova testimonianza potrebbe essere cruciale e fondamentale per dare un senso inedito a quella mattina d'estate di 18 anni fa. Sempio ha sempre raccontato di essere rimasto a casa fino alle 10 del mattino, di essere poi andato in una libreria a Vigevano e di averla trovata chiusa. Rientrato poi a Garlasco aveva fatto visita a sua nonna per poi rientrare a casa per pranzo. Per giustificare i suoi spostamenti aveva consegnato agli inquirenti il tagliando di un parcheggio. L'alibi di Sempio potrebbe essere rimessa in discussione dopo le dichiarazioni di questo nuovo testimone? L'avvocato di Sempio, Massimo Lovati, critica duramente l'operato dei carabinieri e parla di "abuso" ai danni di Ferrari. "Non ero presente come non avrei potuto essere naturalmente, perché i testimoni non hanno diritto all'assistenza di un legale quando vengono sentiti e quindi ho appreso di tutte queste circostanze, come voi, dalle notizie, dai giornali - afferma il legale - Io mi sono fatto un'idea non tanto nella sostanza ma nella forma e a me non è piaciuto il modo di procedere da parte dei carabinieri, del pubblico ufficiale che ha condotto questo esame testimoniale, perché la signora Daniela mi risulta di aver dichiarato la propria astensione, che è un diritto che la legge, un diritto sacrosanto di garanzia verso le persone congiunte che possono avvalersene qualora si parli, si discuta o si chieda dei loro congiunti". Mentre i carabinieri hanno fatto il fatidico nome: "A questo punto il pubblico ufficiale doveva chiudere il verbale, basta, stop, era suo dovere chiudere il verbale, le ulteriori domande sono un abuso", attacca Lovati. L'avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, fa osservare che lo scontrino del parcheggio "posso averlo fatto anch'io. Nel senso che non vi è alcuna prova che, sto parlando come ipotesi di laboratorio, che lo abbia fatto Sempio. Non vi è alcun riferimento, la cella telefonica è sempre stata a Garlasco. Certo che, per ipotesi di laboratorio, se il vigile del fuoco avesse detto particolari che spostano la presenza della signora Sempio in altro luogo rispetto a quello da lei dichiarato anche davanti alle televisioni, allora la situazione cambia, ma cambia radicalmente", commenta il legale. Rita Cavallaro, giornalista de Il Tempo, spiega che il pompiere ascoltato dagli inquirenti quella mattina di 18 anni fa "era in servizio alla caserma dei Vigili del Fuoco che dista due minuti in auto dal parcheggio dove è stato preso poi lo scontrino". Non solo. "L'avvocato Lovati e anche la famiglia Sempio continuano a sottolineare che quello scontrino non è un alibi. Oggi non lo è, ma il 4 ottobre 2008, quando Sempio ha consegnato quello scontrino, era un alibi perché in quel momento il medico legale Ballardini fissava la morte di Chiara Poggi tra le ore 10 e 30 e mezzogiorno, con una centratura più possibile intorno alle 11. Quindi uno scontrino preso alle 10 e 18 a Vigevano, è chiaro che fissa lì Sempio", osserva la giornalista. Cosa se ne deduce? Che la madre di Sempio e il testimone, in base a quanto riferito dall'uomo, "si sono visti quella mattina", circostanza che "mette in dubbio comunque anche il racconto in generale perché se la madre non ha mai detto di essere andata a Vigevano, è chiaro che c'è un problema nella ricostruzione", afferma Cavallaro. E ancora: se quello scontrino non lo ha presoil nuovo indagato "si crea un problema anche a Sempio stesso, che avrebbe consegnato uno scontrino fornendo di fatto un alibi falso".
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