s

Garlasco, quel sogno di Lovati sul Fruttolo. Cavallaro: "La contaminazione..."
Oggi 16-06-25, 12:58
“L'incubo” prospettato a Quarto Grado dal legale di Andrea Sempio – l'unico nuovo indagato dalla Procura di Pavia per concorso in omicidio nel caso riaperto dell'uccisione di Chiara Poggi – per cui nel vasetto di “fruttolo”, reperto chiave del nuovo incidente probatorio in programma il 17 giugno, verrà riscontrato il DNA del suo assistito ha destato qualche sospetto. Massimo Lovati ha ribadito la sua preoccupazione che lo porta a sognare questo scenario di notte durante la puntata di Zona Bianca: “La prova sarebbe dirimente, credo”. L'avvocato dell'amico di lunga data del fratello di Chiara, oggi 37 enne, confessa al conduttore Giuseppe Brindisi che “non essendo un genetista”, non sa se esiste l'eventualità per la quale, a distanza di 18 anni dall'omicidio per il quale nel 2015 è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione il fidanzato della vittima Alberto Stasi, “sia possibile estrarre una traccia biologica da quei reperti”. Così fosse “tutti i miei incubi sarebbero legittimati”, ma, e qui Lovati lancia una frecciatina alla Procura competente, “dato che quei reperti non sono mai stati mai analizzati prima, lì potrebbe esserci il DNA di chiunque, anche il mio, anche se l'unico indagato è Andrea Sempio”. Il legale da tempo sostiene la tesi per cui lo zampino decisivo sull'omicidio di Garlasco sia opera di un sicario, coperto da Alberto Stasi per non essere ucciso a sua volta, assolto per presunti segreti di cui Chiara Poggi era venuta a conoscenza. Un'ipotesi che, secondo l'opinione della conduttrice di “Chi L'ha Visto?” Federica Sciarelli, l'avvocato paventa per alcune confidenze ricevute. Ritornando alla trasmissione di Rete 4, in collegamento con lo studio era presente anche la cronista de Il Tempo Rita Cavallaro, che ha ricostruito le motivazioni dietro all'analisi dei nuovi oggetti, chiarendo il perché delle preoccupazioni dell'avvocato Lovati: “Lui si fida del suo assistito, ma dentro di sé ha il timore che possa aver omesso alcune cose. Visto che lui conosce le carte, sa per forza che la spazzatura è quella della mattina del delitto, perché la sera erano state mangiate determinate cose che in casa non c'erano più: delle panne cotte che Chiara aveva preparato per Alberto e una lattina di birra che Alberto si era portato da casa. Quello che era rimasto dalla sera erano solo i cartoni delle pizze che possono essere buttati a parte. E' chiaro che se da quei vasetti di “Fruttolo” dovesse uscire il DNA di Sempio, sarebbe difficile spiegare la contaminazione, quindi è normale che l'avvocato abbia l'incubo”.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0