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Garlasco, spunta il giallo della ciocca di capelli. Sempio intercettato nel 2017
Oggi 14-03-25, 07:39
«Sono stufo e non me ne frega più niente...a me interessa solo ciò che pensa l'autorità...continuino pure a pensare che io un giorno mi sono svegliato perché ho portato lo scontrino alla cavolo...». È lo sfogo che Andrea Sempio, il nuovo indagato nel delitto di Garlasco, fa mentre è in auto, intercettato dai carabinieri, il 12 febbraio 2017, due giorni dopo l'interrogatorio di garanzia davanti ai pm di Pavia che poi hanno archiviato la sua posizione. Subito dopo il colloquio con i magistrati, il ragazzo aveva già discusso con il padre delle contraddizioni sul ticket del parcheggio di Vigevano, portato come alibi per l'ora del delitto: «Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l'abbiamo ritrovato prima». E due giorni dopo torna sullo scontrino, per poi parlare di capelli: «In questa vicenda mi interessano le opinioni di quelle persone dell'autorità che deve...valutare... fare delle indagini», dice Sempio, «del popolo bue non me ne frega più niente...a me di andare a impressionare la casalinga...no casalinga non pensare male...fai un cazzo che vuoi, pensa...quello che vuoi, odiami...continua a pensare che in mano a lei c'era una ciocca dei miei capelli che però nessuno per dieci anni ha mai...nessuno delle squadre degli investigatori si è mai accorta che c'era un'intera ciocca di capelli...si pensa che...mi sono tagliato i capelli per non nascondere il fatto che...anche, se poi tagli i capelli, ma il capello è uguale lo stesso...quindi vogliamo analizzare il capello...se anche fosse corto, è uguale...non è che superata una certa lunghezza la struttura del capello cambia e diventa una roba nuova...dai». Sempio, all'epoca dell'omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2017, aveva i capelli lunghi e frequentava la casa dove è stata ritrovata cadavere la vittima, perché era amico del fratello Marco. La circostanza dei capelli è uno degli elementi rimasti nel mistero nel caso che ha portato alla condanna a 16 anni per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara. Perché nel lavandino del bagno, durante i rilievi sulla scena del crimine, erano stati ritrovati cinque capelli lunghi e scuri, ma non furono repertati. E quando l'indagine si concentrò su Sempio, che nel giorno del delitto era stato ripreso tra la folla fuori dalla villetta con una lunga chioma, lui aveva già tagliato i capelli. Una suggestione che, nel circo mediatico di quell'avviso di garanzia scaturito dalla richiesta della mamma di Stasi sull'accertamento della presenza del Dna di Andrea sulla scena del delitto, ha alimentato i sospetti dell'opinione pubblica sul ragazzo. Malgrado quei reperti non esistano, oggi i magistrati di Pavia sono convinti di poter risolvere il mistero del cromosoma Y maschile rimasto ignoto, trovato su due frammenti di unghie di Chiara. Il campione di Sempio sarà analizzato nelle prossime settimane dai consulenti nominati dalla Procura. E visto che l'esame del Dna non avverrà nel contraddittorio tra le parti, il campione è stato catalogato come accertamento ripetibile. Il fatto che l'esame sia ripetibile, per gli addetti ai lavori significa che non servirà il reperto dell'epoca, già bollato come degradato dai precedenti periti, ma che sarà confrontato con i vecchi dati, cristallizzati nell'appello bis di Stasi con una perizia che, allora, considerò impossibile stabilire a chi appartenessero le tracce sulle unghie di Chiara. Qualora la comparazione dovesse avvenire invece con eventuale materiale biologico conservato all'insaputa delle parti, sarà necessario non solo documentare la conservazione in questi 18 anni, ma anche disporre un accertamento irripetibile, alla presenza dei consulenti anche della difesa e della parte civile. C'è massimo riserbo, d'altronde, sugli indizi a disposizione degli inquirenti. «Credo che la Procura di Pavia abbia in mano altri elementi oltre a quelli che già conosciamo», ha detto l'avvocato Antonio De Rensis, che insieme alla collega Giada Bocellari assiste Stasi. Oltre al Dna, infatti, gli investigatori vogliono comparare le impronte digitali di Sempio con quelle sconosciute rilevate sul dispenser in bagno. E un nuovo accertamento sarà effettuato anche sulle impronte delle scarpe numero 42, lasciate dall'assassino nella villetta.
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