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GOLPACCIO contro Elly. Altro che golpe anti Meloni: le trame di Ruffini & Co. per sbarazzarsi di lei
Oggi 21-11-25, 07:16
Al suo esordio, qualcuno lo derideva, eh sì, è arrivato il nuovo Marchese del Grillo. La sua aspirazione era già stata derubricata: è una missione impossibile, la sua ambizione è smisurata. Una valutazione che aveva tranquillizzato gli occhiutissimi controllori del Nazareno, che infatti avevano iniziato a controllare da altre parti. D'altra parte lui, Ernesto Maria Ruffini, è fatto così, è partito in sordina, sperando che al momento giusto arrivassero le spinte dei suoi padri nobili. Il primo a muoversi fu infatti Romano Prodi, il fondatore dell'Ulivo, grato che l'esperimento del giovane erede prendesse a modello in tutto e per tutto (anche nel simbolo) la sua epica cavalcata. Il network del professore, tra i portici di Bologna e i gangli vitali dello Stato dove operano molti dei suoi storici "seguaci", in corso d'opera ha fatto la differenza. Fino alla cena consumata alla Terrazza Borromini e alle parole in libertà del consigliere del Colle Francesco Saverio Garofani: quello che sembrava un fantasma inizia a prendere fisionomia. In modo particolare quel riferimento a una “lista civica nazionale” che assomiglia precisamente ai comitati Più Uno. Il "gioiellino" di Mister Tasse, frutto di un lungo tour nelle parrocchie italiane per rianimare il tessuto del cattolicesimo democratico. Il primo innesto che serviva ad Ernesto Maria Ruffini, che in un secondo momento si è dedicato ad approfondire un varco nel Pd, con lo sguardo benevolo di una parte della minoranza. Tra i primi ad aiutarlo, vecchie conoscenze del giro politico: il sette volte parlamentare Bruno Tabacci, l'ex capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente delle Acli Franco Manfredonia, l'ex ministro Cinque Stelle Vincenzo Spadafora, più tanti delusi dal nuovo corso di Elly Schlein. Dopo il caso Garofani, è tornata d'attualità la prefazione a "Uguali per Costituzione", il libro che l'enfant prodige scrisse per Feltrinelli nel 2022, con l'autorevole firma di Sergio Mattarella. Nel frattempo l'Ulivo bonsai che ha in mente Ruffini è già in rotta di collisione con la Casa dei Riformisti, la zattera immaginata da Matteo Renzi per portare i voti dei centristi al campo largo. E dire che l'ex presidente del Consiglio fu uno dei suoi primissimi trampolini: dalla Leopolda, il fiscalista prese il volo per l'Agenzia delle Entrate, confermato poi dai quattro successivi governi. Una carriera da predestinato: figlio di un ministro democristiano, nipote di un cardinale di Palermo, fratello del prefetto della comunicazione per la Santa Sede. Un ambiente culturale che porta il giovane Ernesto a pensare subito in grande. Così ora il suo disegno è quello di svuotare il campo largo e costringere Elly Schlein a conferirgli il titolo di grande federatore. In pratica lui candidato anti-Giorgia, e lei china nelle retrovie. Certo è che da qualche giorno al Nazareno non alzano più le spalle, la preoccupazione inizia a farsi sentire. Il contesto, d'altra parte, è particolarmente scivoloso. Intanto le urne che lunedì consentiranno di fare il bilancio complessivo della lunga stagione elettorale nelle Regioni. Con il traguardo immaginato dalla segretaria, «Sorpasseremo il centrodestra», naufragato miseramente. E con le correnti, che proprio il prossimo fine settimana (da venerdì 28 a domenica 30), tenteranno di riprendere il volante. Il tutto in Toscana, a circa 130 chilometri di distanza, dalla convention della "triplice" a Montepulciano, a quella dei riformisti a Prato. Il primo appuntamento mette insieme Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza, in pratica i tre leader che sostennero Elly Schlein alle primarie, poi messi un po' da parte. Dalla provincia di Siena, rivendicheranno il posto che gli spetta, basta con lo spazio esclusivo ai fedelissimi della segreteria. Ad un'ora di macchina, invece, l'incontro di Pina Picierno e Lorenzo Guerini: la minoranza sente l'odore della battaglia imminente e vuole ritagliarsi una parte in commedia. Insomma le premesse di un anno, il 2026, che dalle parti del Nazareno si annuncia come particolarmente tempestoso. Con la nuova minaccia in arrivo: "Alzati che si sta alzando la canzone popolare". La colonna sonora dell'Ulivo che potrebbe salutare l'ingresso in campo dei Ruffini boys.
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