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Hannoun sfida lo Stato e insulta Meloni: "Una modella a Sharm"
Oggi 09-11-25, 19:29
Mohammad Hannoun non demorde e, in collegamento telefonico, si rivolge alla piazza di Milano organizzata dalla sua associazione, l'Api. Lo ha fatto non potendosi recare nel capoluogo lombardo a causa del daspo ricevuto per le sue frasi di incitamento all'odio proprio in una precedente manifestazione. Nel suo intervento ha pensato bene anche di prendersela con la presidente del Consiglio, invitandola, tra le altre cose, a interrompere ogni accordo con Israele: «La presidente Meloni era presente a Sharm el Sheikh. Io non so se si sia presente per sfilare, per fare la modella o se era lì per rappresentare l'Italia; ma se ha partecipato in rappresentanza del governo italiano allora dovrebbe impegnarsi e fare pressione perché vengano rispettati gli accordi», ha detto, riferendosi al vertice internazionale per la pace in Medio Oriente del 13 ottobre scorso. Presenti come al solito gruppi in rappresentanza di Rifondazione Comunista, Rete dei Comunisti e Si Cobas, oltre alla Casa delle Donne, a centro sociale Cambiare rotta e Osa-Opposizione studentesca alternativa nel corteo che ha percorso via Padova e via Giacosa, fino ad arrivare all'altezza del Parco Trotter, dove la mobilitazione si è conclusa. Non gli è bastato parlare di collaborazionisti e pena di morte, ha dovuto fare un commento, dai toni anche sessisti, contro la Meloni. Poi ha demolito il piano Trump: «Siamo qui perché il cessate il fuoco è un fake e perché di Palestina non si parla più. Noi continueremo a mobilitarci finché la Palestina sarà liberata, finché tutti i prigionieri palestinesi saranno liberati, finché Gaza sarà liberata e finché noi profughi palestinesi potremo tornare di nuovo nelle nostre terre». E ancora: «Il piano di pace, tutto a favore di Israele, si è rivelato un fake perché Tel Aviv non sta rispettando gli impegni presi. L'Occidente, le Nazioni unite e i governi non sono riusciti a fermare il genocidio in corso. E noi vogliamo far capire che questa non è una vera tregua, ma un sistema per metterci a tacere e continuare ad uccidere, svuotando Gaza del suo popolo. Noi non ci fermiamo e continueremo a manifestare fino alla liberazione». Il messaggio del filo Hamas sanzionato dagli Usa è chiaro: sfida il Viminale e la Questura accusando di «silenziare la mia voce e quella del popolo palestinese». E svolge la sua manifestazione proprio dove ha ricevuto il foglio di via, aggirando il sistema e continuando ad aizzare la folla contro il Governo e suoi esponenti.
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