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Il festival di Toronto censura il documentario sul 7 ottobre: "Hamas non ha dato il permesso"
Oggi 13-08-25, 16:58
Il Toronto International Film Festival ha censurato "The Road Between Us: The Ultimate Rescue", il documentario del regista canadese Barry Avrich sul massacro del 7 ottobre. Il motivo ufficiale? La direzione della kermesse ha comunicato di aver revocato l'invito per problemi di copyright e perché, più nel dettaglio, "non sono stati soddisfatte le condizioni richieste al momento dell'invito iniziale del film, tra cui l'autorizzazione legale per tutte le riprese". Nulla di sorprendente, se si considera il lecito tentativo di proteggere l'organizzazione dai rischi legati ad argomenti sensibili che muovono l'opinione pubblica. Peccato, però, che dietro ci sia altro. KAN News, citando fonti vicine al team di produzione cinematografica, ha rivelato che a non dare il permesso di utilizzare i video della strage sono stati i terroristi della forza d'élite Nukhba di Hamas. A metà luglio, il TIFF aveva invitato il regista a proiettare il documentario al festival, chiedendo però un cambio di nome e la fornitura di determinati documenti legali. Nel programma completo dell'evento, pubblicato all'inizio di questa settimana, il documentario sul 7 ottobre è risultato assente. "Lunedì, il capo del TIFF Cameron Bailey ha chiamato i produttori di The Road Between Us e ha chiesto loro di ritirare il film. Ci viene detto da tutte le fonti che i registi hanno rifiutato", scrive The Jerusalem Post. Una vicenda, questa, che sotto un'altra luce potrebbe essere letta come un tentativo mal celato di mettere al bavaglio alla narrazione della terribile strage commessa ai danni degli israeliani dall'organizzazione politica e militare palestinese islamista. The Road Between Us: The Ultimate Rescue racconta la storia del generale in pensione delle Forze di difesa israeliane, Noam Tibon, che si è diretto a sud appena ha saputo dell'attacco dal figlio, il giornalista di Haaretz Amir Tibon, che si nascondeva dai terroristi con la moglie e le figlie nella loro casa nel kibbutz Nahal Oz. Combattendo i terroristi e provando a mettere in salvo i feriti, Tibon arrivò nel luogo in cui si trovava il figlio e offrì il suo aiuto ai soldati per sottomettere il gruppo islamista. “Siamo scioccati e rattristati dal fatto che un venerabile festival cinematografico abbia sfidato la propria missione e censurato la propria programmazione rifiutando questo film. In definitiva, il cinema è una forma d'arte che stimola il dibattito da ogni prospettiva che può intrattenerci e metterci a disagio. Un festival cinematografico organizza la festa e il pubblico decide cosa vedere o non vedere", hanno dichiarato i registi a Deadline, spiegando di non essere "né registi politici né attivisti" ma "narratore".
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