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Il mistero di Kata: due anni senza verità sulla bambina scomparsa a Firenze
Oggi 05-07-25, 07:13
Una bambina scomparsa nel nulla, la pista delle adozioni illegali che si estende fino al Sudamerica, e i mille dubbi di una madre che non riesce a darsi pace. Sono trascorsi ormai due anni dalla scomparsa di Kata, una bambina di appena 5 anni. Era il 10 giugno 2023 quando la piccola peruviana Mia Kataleya Chicllo Alvarez, per tutti Kata, svanì nel nulla dall'ex hotel Astor in via Maragliano a Firenze, un edificio allora occupato da oltre 150 persone tra cittadini romeni, albanesi e sudamericani. Il programma “Incidente Probatorio”, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ha approfondito il mistero della scomparsa della bambina, con un collegamento dal luogo dei fatti e ospiti in studio, ripercorrendo anche le indagini che, al momento, sono a un binario morto e proseguono sull'ipotesi di reato di sequestro di persona. Secondo la psicologa Antonella Elena Rossi, però, l'ipotesi da seguire è una: “Visto che in quei giorni sono stati utilizzati anche i cani molecolari e le ultime tracce di Kata si perdono proprio lì nella struttura, a un ingresso secondario, è chiaro che la sua sparizione sia stata organizzata. Una bambina esile, il suo corpicino potrebbe essere stato portato via anche in un borsone. La mia idea fin dall'inizio è che la bimba possa essere vittima di un traffico di minori per adozioni illegali. Sono certa che si tratti di un rapimento portato avanti da più persone, dunque non improvvisato. Purtroppo le indagini hanno dovuto fare i conti con la grande omertà che regnava nell'edificio. Dico che sia stato organizzato perché Kata andava regolarmente a scuola ed è sparita di sabato, l'unico giorno in cui non ci andava ed era affidata per alcune ore agli zii mentre la madre faceva la spesa. Non era semplice da catturare, in caso di rapimento. Il fatto che non ci sia un corpo né una richiesta di riscatto mi fa pensare che ci fosse un secondo scopo. Spesso, in questo caso – ha aggiunto Antonella Elena Rossi – si è parlato di una donna con i palloncini. Per rapire un bambino esistono solo due modi: o lo fa una persona che conosce, oppure bisogna utilizzare un pupazzo o dei palloncini per attirarlo, poi stordirlo e portarlo via senza che urli”. L'analisi di Matteo Vinattieri, sociologo e criminologo, si è concentrata su alcuni aspetti più volte citati nel corso di due anni di indagini: “La denuncia di scomparsa è stata presentata in serata, alle 21, dopo che la bambina era stata vista per l'ultima volta nel primo pomeriggio. Ci sono state 5-6 ore di buco tra l'ultima volta che la madre l'ha vista e la denuncia di scomparsa, il che ha dato un enorme vantaggio ai sequestratori. Spesso si è parlato del Sudamerica, ma per portare un minore in Perù serve un'organizzazione che prepari anche la fuga del minore, affinché chi lo accompagna non desti sospetti. Dalla visione delle telecamere non è emerso nulla di anomalo, ma sappiamo che c'è un cancello poco lontano da un'uscita secondaria, dove c'è un parcheggio e dove è possibile entrare attraverso lo scavalcamento agevole di un muretto. I sequestratori potrebbero essere usciti dall'hotel con la bambina su via Monteverdi, salendo su un mezzo e facendo perdere le proprie tracce”. Secondo Vinattieri, però, “non si può escludere la morte avvenuta direttamente nella struttura, anche se la ricerca del corpo fu fatta in maniera approfondita, anche nelle fogne e nelle parti meno accessibili, con l'abbattimento di alcune pareti”. L'antropologa Tiziana Ciavardini ha sottolineato come “la scomparsa di Kata ci abbia fatto conoscere questo hotel, la storia del racket degli affitti, l'episodio dell'uomo che si è lanciato dalla finestra qualche giorno prima della scomparsa della bambina perché volevano il suo appartamento. Un posto fatiscente, dove vivevano 150 persone in condizioni igieniche degradanti, tra cui tanti bambini. Dove sono le istituzioni? Com'è possibile che accada in una città così bella come Firenze che ci sia una zona così degradata senza che nessuno ne avesse mai parlato? La drammatica scomparsa della bambina potrebbe essere legata a un rapimento a scopo di racket, o da parte di un pedofilo, o per qualche strana dinamica interna a quell'edificio. Strano che, a distanza di tanto tempo, non si riesca a capire chi è entrato e chi è uscito dall'edificio. Visto che dopo due anni non si sa ancora nulla, non c'è una lettera, né una richiesta di riscatto, potrebbe trattarsi di un dispetto fatto alla famiglia, forse al padre che era detenuto, per il suo coinvolgimento in altre vicende, una vendetta. A questo punto, ci potrebbe essere anche qualche altra pista, tutto è plausibile, anche il rapimento legato al traffico di organi”. Ciavardini ha ipotizzato che “la bambina da lì potrebbe non essere mai uscita. È allarmante che non si sappia nulla, c'era varia criminalità in quell'hotel, è inquietante non sapere niente e che nessuno l'abbia vista. Dall'ultimo video si vede la bambina che torna dentro, qualcuno forse l'ha chiamata. Di sicuro era un piano premeditato, perché non c'è stato nessuno che abbia sbagliato ed è andato tutto a segno, nonostante una bambina di 5 anni sia difficile da gestire”. L'avvocato Roberta Gentileschi ha ricordato un dettaglio importante: “A volte ci sono scomparse di serie A e scomparse di serie B. Di Kata non se ne parla quasi più, e su questo ha ragione la madre”. Sul caso, ha proseguito: “Non è possibile che sia stata una sola persona, è stato un piano studiato. Chi ha agito doveva conoscere il posto, le abitudini, le uscite, la presenza della mamma, e deve aver studiato il rapimento nel tempo. Mi viene da pensare che possa essere stata una persona che l'ha convinta, che la conosceva, altrimenti Kata avrebbe urlato. Oppure che sia stata portata via in una valigia, dormendo o incosciente. Temo che sia stata fatta uscire quando già non era cosciente e la pista degli organi potrebbe essere molto plausibile”. La puntata sul caso della piccola Kata è disponibile sulla piattaforma Cusanomediaplay.it.
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