s

Il sigillo della Cassazione sul caso Ziliani: il “trio criminale” e il delitto che ha sconvolto l'Italia
Oggi 22-08-25, 18:04
La Corte di Cassazione mette il sigillo finale sulla tragica storia di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù (Brescia) narcotizzata e soffocata dalle due figlie e dall'amante delle due donne, l'8 maggio 2021. Un delitto particolare, per il quale i tre imputati sono stati condannati in via definitiva all'ergastolo, con 6 mesi di isolamento diurno. Dopo la sentenza, il programma “Psiche criminale”, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, è tornato ad occuparsi del caso, ripercorrendo l'intera vicenda e cercando di fornire anche un contesto attorno ai terribili fatti accaduti. La vicenda risale a quattro anni fa, quando Laura Ziliani fu drogata con benzodiazepine sciolte nei muffin, prima di essere soffocata a mani nude e sepolta vicino al fiume Oglio, dove il suo corpo venne ritrovato tre mesi più tardi. Alla base del delitto, secondo quanto ricostruito dalle indagini, ci sarebbe il particolare intreccio amoroso tra le due figlie, Paola e Silvia Zani, e Mirto Milani, amante di entrambe, che era riuscito a creare una simbiosi insolita fino a ordire un piano omicida raccapricciante, ispirato alla serie televisiva Breaking Bad. Da quel telefilm, avrebbero preso spunto le figlie e il terzo uomo. Incastrato quasi subito Milani, le due sorelle Zani per mesi si sono finte addolorate, ma sono state costrette a confessare quando un compagno di cella del loro amante ne ha raccolto le confidenze, decidendo di consegnarle alla Procura. Un piano diabolico e inquietante, per eliminare una mamma (e suocera) scomoda e poter iniziare a vivere liberamente quell'intreccio amoroso insolito. “Questo – ha spiegato Barbara Fabbroni, psicologa e psicoterapeuta – è uno di quei casi che scava nelle relazioni disturbate, dove si è verificata la disintegrazione affettiva, in un filo rosso che coniuga quel trio diabolico. Un attacco a quella radice simbolica dell'essere madre che viene completamente annullata dalla morte. Quando sono state scoperte, le due sorelle hanno detto che era la madre, in realtà, a volerle avvelenare. A tutto ciò si aggiunge la relazione tossica, poliamorosa, tra le due sorelle e Mirto. In questa vicenda, l'aspetto poliamoroso apre altri scenari anche sulla modalità con la quale le due figlie parlavano di questo aspetto in maniera fredda e distaccata. Quello che sappiamo è che Mirto aveva studiato psicologia, aveva strumenti per catturare queste due ragazze che avevano qualcosa in sospeso verso il materno. Si è creata, così, una relazione particolare, con la forza del gruppo e una mente unica, diabolica.” Sull'ispirazione presa dalla serie tv, Barbara Fabbroni ha un'idea chiara: “Potrebbe aver influenzato, ma tutto sta a chi guarda la tv. Chi guarda una serie true crime non pensa a compiere un omicidio. Loro avevano già pianificato di uccidere la madre, ma il telefilm è servito ad arricchire il progetto, a dare un'ispirazione. Secondo la mia esperienza, di fronte a questo delitto, non trovo una simbologia satanica. Anzi, solitamente la linea dei soldi porta a uccidere un familiare. Inoltre, c'è una terza sorella a cui la madre era molto legata; c'erano delle antiche frizioni con le due, acuite dalla morte del padre. Quando è arrivato Mirto, qualcosa è accaduto nelle relazioni, si è creata quella mente unica che ha visto confluire più bisogni, fino al delitto. Lui è stato un manipolatore, le due sorelle hanno accettato questa relazione poliamorosa che ha creato una simbiosi. E forse il lockdown ha fatto sì che queste situazioni critiche si velocizzassero. Se c'era già un intento omicida o una intenzione, tutto si è amplificato nella chiusura.” Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ilaria La Mura, psicologa e psicoterapeuta: “Mirto è stato un po' l'autore di tutto, perché è riuscito a manipolare e gestire le due sorelle. C'è qualcuno che ha architettato da dietro un po' tutto, ha saputo giostrare e illudere le due ragazze, e far credere ciò che diceva e far fare quello che diceva. Questo tipo di soggetti manipolatori si incastrano benissimo con persone fragili. Fin dall'inizio, lui mirava al patrimonio della famiglia: non si è accontentato di Silvia, ma ha puntato anche a Paola. Per quanto riguarda l'influenza delle serie tv su alcune persone, più che altro qui c'è stata una sorta di ispirazione in un secondo momento; hanno tratto l'idea dalla tv, grazie alla quale hanno studiato bene come compiere il delitto perfetto, sfruttandola più come una ricerca per riuscire a non farsi prendere dopo il delitto. Io penso che Laura Ziliani non avesse in simpatia Mirto, aveva notato qualcosa che non andava in questo ragazzo. Ma di qui a immaginare una cosa del genere è difficile. Non si svela subito quel tipo di personalità, perché ci si immagina una persona che si cura degli altri: frequentava la chiesa, praticava arte e canto, faceva volontariato. Io penso che l'omicidio possa essere legato al lato economico, che rappresenta il potere; lui voleva impossessarsi di quei beni.” C'è un altro aspetto, però, riguardo la manipolazione secondo Ilaria La Mura: “Lui criticava tutti, aveva provato anche a farlo con Laura, che aveva risposto. Una critica è sempre una sorta di manipolazione. Il lockdown ha fatto emergere spesso i conflitti e la mancanza di capacità di gestirli. In tutti i periodi di incertezza aumentano crisi, suicidi e omicidi.” Secondo Tony Riggi, ex poliziotto e tecnico del suono, ci sono altri aspetti da sottolineare in questa vicenda: “La premeditazione, innanzitutto, che è la celebrazione di qualcosa. Secondo me andava approfondito il contesto per capire se qualcuno abbia commissionato questo delitto, oppure se sia tutto legato a soldi ed eredità. Io ci vedo un rituale nella consumazione dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere; secondo me non può esserci solo un motivo personale, ma purtroppo gli inquirenti non hanno una grande preparazione su sette, ordini e massonerie. Era un piano diabolico, in cui il sacrificio è stato un atto iniziatico di fedeltà. Ed è simbolica anche la presenza di due sangui femminili, due volti del lato oscuro, così come l'uso di benzodiazepine, spesso utilizzate nei riti satanici e negli abusi rituali.” La puntata sul caso Ziliani è disponibile sulla piattaforma streaming Cusanomediaplay.it.
CONTINUA A LEGGERE
3
0
0