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Il vice di Lepore in piazza con i violenti. Il sindaco s'inventa "le camicie nere"
11-11-2024, 07:30
Non si placa la polemica sugli scontri a Bologna tra antagonisti e agenti. Da una parte il sindaco di Bologna Matteo Lepore che accusa il governo: «Ai rappresentanti del governo voglio dire che ci hanno mandato 300 camicie nere. Noi eravamo contrari e abbiamo chiesto che la manifestazione non si facesse, poi evidentemente qualcuno ha chiamato e le cose sono cambiate». Una posizione che la Prefettura ha smentito con forza: «Si fa presente che la manifestazione organizzata dal Movimento nazionale rete dei Patrioti d'Italia per la giornata di sabato 9 novembre è stata oggetto di approfondito esame in sede di comitato provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica» e che «dopo attenta analisi si è preso atto della insussistenza di motivazioni che avrebbero potuto legittimare un divieto dello svolgimento della stessa» e «si è ritenuto, con unanime avviso di tutti i componenti e, quindi anche del sindaco Lepore, che la stessa avrebbe potuto svolgersi». Il resto, chiosa la Prefettura, sono «estemporanee affermazioni da alcuni rilasciate, al limite del diffamatorio, sull'operato delle autorità locali e del Governo». Al sindaco di Bologna ha replicato anche il deputato emiliano della Lega Davide Bergamini: «Ma Lepore è serio? Il sindaco di Bologna sproloquia e parla di camicie nere, ma non si degna nemmeno di esprimere solidarietà alle Forze dell'Ordine aggredite ieri dal corteo antifascista». La solidarietà agli agenti è arrivata dalla candidata del centrodestra alla Regione Emilia Romagna Elena Ugolini che ha sottolineato anche come: «Sbalordisce il fatto che il vicesindaco di Bologna fosse presente a questa manifestazione. Come si fa a credere nelle istituzioni quando un vicesindaco partecipa a un corteo che finisce in guerriglia urbana?». Anche da FdI arriva la condanna: «Ancora violenza rossa contro le nostre forze dell'ordine, l'ennesima che avviene nell'indifferenza della sinistra. Elly Schlein e compagni quando prenderete le distanze?». L'eurodeputato leghista Roberto Vannacci è intervenuto nella querelle con un messaggio rivolto «ai compagni» ai quali «andrebbe spiegato un concetto molto semplice: la polizia non è carne da macello che serve a riempire i loro vuoti pomeriggi nel fine settimana». Il vicepremier Antonio Tajani ha espresso la sua solidarietà ai tre agenti feriti: «Sono vicino agli agenti della polizia di stato aggrediti a Bologna da anarchici e antagonisti. Grato alle forze dell'ordine che continuano a garantire la libertà di manifestare e la nostra sicurezza. Auguro ai feriti una pronta guarigione». A gettare benzina sul fuoco è arrivata l'accusa di Riccardo Magi, segretario di +Europa: «È gravissimo quanto denunciato dal sindacato di polizia Silp Cgil sul fatto che sabato, durante gli scontri di Bologna, ci sarebbero stati leader dei movimenti di estrema destra dare ordini ai funzionari responsabili dell'ordine pubblico». Accuse a cui ha replicato Domenico Pianese, segretario generale del Sindacato di Polizia Coisp: «Respingiamo con fermezza ogni accusa strumentale che metta in dubbio la neutralità e la professionalità della Polizia di Stato».
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