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Ilaria Salis contro le nozze da favola di Bezos. Ma per vendere il suo libro usa Amazon
Oggi 28-06-25, 09:21
Sì Bezos, no party, in pratica la prima sommossa nuziale. Con i bravi e don Abbondio che sbarcano in Laguna: «Questo matrimonio non s'ha da fare». Niente confetti ma scritte laser sul campanile di San Marco, facciamoli sentire indesiderati. I novelli Renzo e Lucia sono Mister Amazon, ovvero l'imprenditore Jeff Bezos, e la giornalista pilota Lauren Sánchez, rei di aver invaso Venezia con la loro «tracotante» ricchezza. E con una vera e propria corte dei miracoli al seguito, e chi se ne importa se la città ci guadagna (957 milioni e spiccioli, secondo una stima del ministero del Turismo). Un affronto insopportabile per la gauche, che da settimane è mobilitata in versione Don Rodrigo. E la mobilitazione non è una cosa che riguarda solo la famiglia Cacciari (in particolare il nipote Tommaso), negli ultimi giorni sono scesi in calle a dare manforte anche AVS ed il M5S. Quando sente aria di rivolta, l'eurodeputata Ilaria Salis, che non parteciperà al Gay Pride di Budapest, è sempre in prima fila. E dire che ieri non è stato il suo giorno fortunato: il pm di Milano ha chiesto l'assoluzione di Matteo Salvini, «non l'ha diffamata», quando ha detto che non può fare la maestra. Il suo è un vero e proprio grido di battaglia: «Credeva di poter affittare l'intero centro storico di Venezia per sé e per i suoi amichetti milionari, trasformandolo nella sua personale Disneyland». La via d'uscita per la numero uno delle occupazioni abusive è universale: «Una lotta di classe contro la super élite capitalistica». Peccato per la coerenza: il suo ultimo libro «Vipera» è naturalmente in vendita su Amazon. Il rovina matrimoni invece è il co-leader Angelo Bonelli: «Venezia, per questi tre giorni, è stata comprata in una sorta di celebrazione sfrenata del lusso che, di fatto, vedrà limitati i movimenti dei cittadini». La conseguenza? «Chiedo al Ministro dell'Interno la garanzia del diritto a manifestare, ad esprimere pubblicamente un dissenso», impone Bonelli, in modalità Savonarola. In un contesto del genere, il Nazareno non poteva restarsene silente, ne va del campo largo. Così a fare la paladina è stata mandata la deputata trevigiana Rachele Scarpa: «In scena una delle immagini più inquietanti dell'Italia di oggi». L'apocalisse è tra noi. I wedding planner al contrario minacciano sfracelli: «Oggi un grande corteo partirà dalla Stazione di Santa Lucia alle ore 17.00. Ci aspettiamo arrivi da tutto il Nordest». Nel frattempo furoreggia una certa dose di moralismo da barricata, nei sestieri compaiono manifesti inequivocabili: «Nel tempo che impieghi a leggere questo messaggio, la ricchezza di Jeff è aumentata più del tuo stipendio mensile». Che fare? «Tassare i milionari», è la sentenza fai da te. Insomma «come è triste Venezia se non si ama più».
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