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"Insulto all'identità", Feltri a valanga sulla bandiera palestinese sul Campidoglio
Oggi 22-09-25, 09:53
Vittorio Feltri, si sa, ama parlare in modo diretto. Prova di questo suo importante elemento caratteriale è la risposta che ha dato nella sua “Stanza” a un lettore de il Giornale che gli chiedeva una opinione sull'esposizione della bandiera palestinese sulla cima del Campidoglio a Roma che ha scatenato tante polemiche negli ultimi giorni. “Vedere sventolare la bandiera palestinese sul Campidoglio, cuore simbolico e istituzionale d'Italia, è stato uno spettacolo indecente”, ha dichiarato il giornalista che ha evidenziato che questo gesto “è soltanto una provocazione, è un insulto deliberato all'identità, alla storia e ai valori fondanti del nostro Paese”. Questo perché, rimarca Feltri, il Campidoglio “non è un luogo qualsiasi. È Roma. Ed è Roma” non solo in senso geografico “ma culturale, spirituale. È la culla del diritto romano, il fondamento della civiltà giuridica occidentale. È la capitale della cristianità, il centro di irradiazione millenaria dei nostri valori. È il fulcro dell'italianità”. Per tale motivo secondo Feltri su quel palazzo e in quella sede “deve sventolare solo una bandiera: il tricolore”. Tutto il resto è “contaminazione ideologica”. Il giornalista rincara la dose affermando che esporre “una bandiera straniera in cima ad una sede istituzionale è già di per sé un atto politicamente discutibile”. Ma esporre la bandiera palestinese in questo momento storico è “qualcosa di ben peggiore: è uno schiaffo a Israele, Paese democratico, alleato dell'Italia, che ha subito un massacro terroristico il 7 ottobre”. Non solo. Perché “è anche uno sberleffo ai cittadini italiani che non ne possono più del fanatismo ideologico, delle solidarietà unilaterali, dell'odio travestito da attivismo”. Feltri si chiede “con quale logica si possa giustificare una simile esibizione. Davvero qualcuno crede che issare la bandiera palestinese sia un gesto ‘di pace'?”. Per il giornalista questo gesto è “fazioso, divisivo, pericoloso” perché quella bandiera, “lo si voglia o no, è oggi diventata emblema di un mondo che odia l'Occidente, che disprezza la nostra cultura, che giustifica la violenza, che considera l'Europa un nemico da conquistare o da punire”. Feltri spiega che “non tutti i palestinesi sono terroristi, certo” ma quella bandiera è ormai associata a “troppi crimini, troppi massacri, troppi festeggiamenti in piazza per attentati contro civili, donne, bambini, anziani”. “Chi espone oggi la bandiera palestinese- ha aggiunto-, lo fa contro qualcosa, non per qualcosa. È contro Israele, contro l'Occidente, contro le regole della convivenza civile. È contro di noi. E poi, scusami (rivolto al lettore che gli ha posto la domanda, ndr), provaci tu a portare una bandiera italiana a Gaza, a Beirut, a Teheran. Non ti lascerebbero nemmeno entrare. E allora perché mai noi dovremmo sventolare simboli altrui, soprattutto quando sono i simboli di una causa ambigua, intrisa di fanatismo religioso e odio antisemita?”. Sempre senza fare giri di parole, Feltri spiega che “abbiamo perso il lume della ragione” in quanto in nome di un “'progressismo' malato, abbiamo rinunciato ai nostri simboli, alla nostra identità, alla nostra fierezza nazionale. Ci vergogniamo del tricolore, ma sventoliamo vessilli estranei, spesso ostili. Offriamo solidarietà unilaterale a chi ci odia. Ci inginocchiamo davanti a chi sogna di vederci sparire”. In questa ottica la bandiera palestinese sul Campidoglio “non è un atto di inclusione. È una resa. È il segno di un'Italia che ha smarrito sé stessa, che ha paura di difendere i propri valori, che si piega al ricatto morale di chi predica odio travestito da pace”. Il giornalista ritiene che tutto questo sia “intollerabile. Chi vuole la pace deve sostenere chi difende la civiltà, non chi la minaccia. Chi crede nella libertà, nella democrazia, nel diritto, non può mettere sullo stesso piano uno Stato come Israele e una organizzazione terroristica come Hamas”. Pertanto Feltri invita a smetterla “una volta per tutte con questi gesti di servilismo mascherato da solidarietà”. “E si ricordino- conclude- che la bandiera italiana non è un optional: è l'unico simbolo che ha il diritto di sventolare sulla casa degli italiani.
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