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La parata dei vecchi big. La strana coppia Conte-Draghi con l'intramontabile Casini
Oggi 27-04-25, 07:38
"No ad una democrazia a bassa intensità» ed «attenzione all'astensionismo». Questo l'appello da Genova, in una celebrazione solenne del 25 aprile, del presidente Mattarella. Ebbene, dando un'occhiata alla tribuna autorità della celebrazione del funerale del Papa c'erano anche le ex autorità istituzionali italiane che avevano detenuto ruoli istituzionali chiave negli anni scorsi. Ed è come se in questa fetta della tribuna fossero seduti non pochi dei maggiori responsabili della «bassa intensità» attuale della nostra democrazia. A dire il vero, infatti, nell'ultimo decennio prima del governo Meloni è stata sostanzialmente la sinistra, in alternanza con i Cinquestelle, a governare. C'era, ad esempio, l'ex premier Conte, sedicente "Avvocato del Popolo". Un ruolo che però esercitava a modo suo, occupando la larga parte degli spazi politici e parapolitici televisivi, specie durante la fase della pandemia, sempre con una sorta di lunghe omelie ripetitive. Cosa hanno fatto a proposito i Cinquestelle, ancor più prima dell'arrivo di Conte, per dare un po' di intensità in più alla democrazia? Tra gli astanti in quella tribuna c'era anche l'ex presidente della Camera Boldrini, che ha esercitato quel ruolo tra il 2013 e il 2018, vivendo spesso nel terrore di quei gentiluomini dei deputati del M5S. I quali prima avevano occupato e poi rinchiuso nella sede della Commissione affari costituzionali della Camera varie deputate del PD scagliandogli addosso epiteti sessisti tali che per eleganza non è il caso di ricordare. Poi avevano provato a dare l'assalto, prima agli scranni e poi l'ufficio del presidente della Camera. Tanto che la povera Boldrini, che tanto aveva amato e ama qualsiasi tipo di immigrato e i sedicenti rifugiati politici, ha dovuto svolgere il ruolo da Presidente in un regime di terrore. È questa l'alta intensità che hanno dato alla nostra democrazia i Cinquestelle? In quella tribuna dove a un certo punto è spuntato anche il figlio di Licio Gelli, ambasciatore spagnolo in Nicaragua, ieri spiccava anche Fausto Bertinotti, già stampella cruciale dei governi Prodi e predecessore di Boldrini come presidente della Camera tra l'altro. Uno che passava la giornata impegnato in strani discorsi paramarxisti alla ricerca della rifondazione di un comunismo già morto e sepolto, per spendere poi spesso le serate in qualcuno dei pochi salotti romani rimasti. Quale, quindi, il contributo di Rifondazione comunista? C'era, poi, anche un altro ex presidente della Camera, Luciano Violante, che in precedenza da magistrato inquirente non aveva certo dato contributi - specie per quanto riguarda i rapporti tra magistratura e politica - al miglioramento dell'intensità della nostra democrazia. Tornando allo stesso Conte il lascito più rilevante è stato il bonus del 110% e la fiera degli altri piccoli e medi bonus che man mano credeva di regalare al Popolo. Quasi tutti bonus utilizzati dai ricchi (si pensi anche a quello sulle carte di credito) che hanno lasciata poi sulla finanza pubblica una voragine da cui faticheremo a liberarci. La nostra è una democrazia a bassa intensità anche a causa del grave astensionismo che ha colpito oltre la metà del corpo elettorale. Ed è stata soprattutto la sinistra a regalarci quei sistemi elettorali, basati essenzialmente su nomine ed in assenza di preferenze, con la saga dei vari "-ellum". Di cui forse l'unico che poteva contribuire ad una maggiore intensità della democrazia era, non a caso, il Mattarellum. E poi allargando lo sguardo su altre tribune e presenze troviamo vari sindaci, a partire da Roberto Gualtieri. Ebbene, quale contributo danno gli enti locali, prevalentemente governati dalla sinistra? Cosa fanno i sindaci, in larga parte di sinistra, per favorire forme di partecipazione popolare alla vita politica? Lì compunti si trovavano quindi i maggiori responsabili della bassa intensità della democrazia denunciata da Mattarella.
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