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La rivelazione di don Patriciello: «La Camorra mai così debole. Chi dice altro ignora la realtà»
30-09-2025, 15:39
«Il cane torna a mordere perché qualcuno gli ha tolto l'osso. Dire che a Caivano non è successo nulla significa mentire. Sbaglia chi dice che il governo non ha mosso un dito. Negli ultimi due anni è successo quello che non si è mai verificato in dieci. Se ho ricevuto un proiettile è perché la Camorra non è mai stata così debole». A dirlo don Maurizio Patriciello, il parroco campano che, durante la messa domenicale, ha ricevuto una pallottola. Un intero Paese è stato in apprensione. Cosa ha provato? «Ricevere tanta solidarietà è un qualcosa di straordinario. Significa che la gente si rende conto che sta avvenendo un fatto positivo. Ringrazio le istituzioni e la Chiesa per essermi state vicine in queste ore, ma la cosa più bella è stata sentire il popolo dalla tua parte. In un territorio, come questo, ha un valore speciale». Bastano, però, soltanto le parole? «Occorre sempre trasformare le frasi di cortesia in scelte concrete. Allo stesso modo, quanto è avvenuto conferma un'inconfutabile verità, ovvero che, da qualche anno a questa parte, lo Stato c'è ed è forte. Le due ultime stese, nonché il proiettile che ho ricevuto, sono la risposta di una criminalità debole». Perché? «Le forze del bene stanno vincendo su quelle del male. Il messaggio, inviato al presidente del Consiglio, è servito a qualcosa. La Camorra se ne è accorta e alza il tiro. Ecco perché, proprio in questo frangente, è fatale mollare». In base a cosa ritiene che l'esecutivo abbia fatto il proprio dovere? «Basta farsi un giro da queste parti. Il Parco Verde non è la più grande piazza di spaccio d'Europa. La droga che arrivava prima non c'è. Le sembra poco. E ciò è certamente merito, è peccato non dirlo, di un governo che ha fatto il proprio dovere. Quando c'era da fischiare siamo stati i primi, ma qui parlano i fatti. Dobbiamo essere onesti e constatare quello che è». La sinistra, intanto, commentando la sua vicenda, ha accusato Palazzo Chigi di non aver svolto, al meglio, il proprio compito? «Mi rattrista tale posizione. È davvero inaccettabile sostenere che nulla sia cambiato solo per una mera questione ideologica. La parte avversa a Meloni sta commettendo un errore o meglio chiude gli occhi di fronte alla realtà. Inviterei quei politici che inveiscono contro lo Stato a venire tra questi palazzi. Scopriranno che la Camorra non è stata mai così debole. Chi si adopera per la cosa pubblica dovrebbe innanzitutto informarsi, prima di emettere giudizi». Cosa ha provato, intanto, quando si è visto un proiettile al posto dell'ostia? «È un qualcosa di indescrivibile, considerando che è avvenuto durante il momento più alto per un sacerdote, l'eucarestia. Per alcuni secondi non riuscivo a guardare i bambini che avevo di fronte. Ho avuto inizialmente paura, ma, per fortuna, la forza di garantire un futuro alla mia gente ha preso il sopravvento e, di conseguenza, ho fatto quello che era giusto, ovvero far sapere a tutti quanto stava accadendo, prendere le dovute precauzioni e soprattutto far capire, a chi, aveva mandato quel messaggio, che così non l'avrebbe spuntata». Un risultato, nel frattempo, è stato raggiunto. Adesso tutti conoscono i problemi della sua comunità… «Sapere che un intero Paese prega per te vuol dire che un problema, che fino a ieri, era locale adesso è di tutti. Finalmente il male non lo combattiamo più da soli. E ciò vuol dire speranza». Si avvicinano le regionali. Che messaggio si sente di dare alla politica tutta, anche a chi la critica? «Su certe questioni bisogna andare oltre le sigle. Occorre solo collaborazione. Dobbiamo tornare a stare insieme, a fare quello che il Vangelo ci ha sempre insegnato».
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