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La vera storia di Almasri e la strana tempistica della richiesta di arresto
24-01-2025, 08:12
La gestione dell'arresto e del successivo rilascio del generale libico Najem Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria e direttore del centro di detenzione di Mitiga, continua a far discutere. Accusato dalla Corte penale internazionale (CPI) di crimini contro l'umanità, Almasri è stato arrestato in Italia, ma come mai, è stato colto in flagrante solo dalle nostre forze dell'ordine? Visto che precedentemente già in Europa, possibile che in una delle varie tappe, avendo presentato anche lì regolarmente i propri documenti, la polizia e l'intelligence tedesca non abbiano quantomeno riconosciuto il soggetto? Soggetto che, dopo aver assistito a Juventus-Milan, è stato arrestato all'alba del 19 gennaio in un hotel di Torino grazie agli agenti della Digos, che avevano identificato la sua presenza tramite i database Interpol. Ma c'è di più, perché il suo viaggio in Europa inizia molto prima e, come ci riferiscono anche nostre fonti, già il 6 gennaio Almasri è partito da Tripoli e atterrato a Londra, dove è rimasto fino al 13 gennaio, quando poi si è spostato a Bruxelles in treno. Dalla capitale belga ha proseguito il suo itinerario verso Bonn, Germania, viaggiando in auto con un amico. Qui ha trascorso due giorni, durante i quali ha assistito a una partita di calcio. È il 16 gennaio quando, insieme ad altre persone, ha noleggiato una macchina e si è diretto verso Monaco. Durante il tragitto viene fermato per un controllo dalla polizia tedesca, che non rileva nulla di sospetto e permette loro di proseguire il viaggio. Addirittura, arrivati a Monaco, lui e i suoi amici decidono di cambiare auto, scegliendone una più spaziosa per il viaggio verso Torino. Una volta giunti in città, un ulteriore controllo della polizia non evidenzia alcuna irregolarità. Al di là della data in cui poi la CPI ha emesso il mandato di arresto, il volto e il nome di Almasri erano note a tutte le autorità europee, non solo quelle italiane. Eppure, sarà un caso, ma è stato arrestato solo quando si è recato sul suolo italiano. Un uomo che ha girato liberamente e superato controlli in diversi paesi, che ha regolarmente noleggiato due macchine ed è salito su treni e aerei, viene bloccato solo da noi? Chi ora chiede la testa del Ministro Piantedosi e del Ministro Nordio, farebbe meglio a porsi delle domande: perché proprio sul suolo italiano? Perché se le indagini su di lui c'erano da molto tempo prima, il mandato dalla Corte penale intenazionale è arrivato solo dopo che Almasri aveva agito indisturbato su gran parte del suolo europeo? Ricordiamo, infatti, che già il 2 ottobre il procuratore pressò l'Aia aveva, chiesto l'arresto di Almasri. Richiesta accolta oltre tre mesi dopo, sabato 18 gennaio. Non è strano che la CPI, con sede all'Aia, Paesi Bassi, non sia stata in grado di cogliere l'occasione della presenza di Almasri a Bruxelles che dista circa due ore di auto? Siamo sicuri che non c'è qualcuno a cui sono scomodi gli accordi economici tra Italia e Libia, tra cui il Gasdotto Green-Stream? Non c'entra nulla il Libya Energy & Economie Summit, il principale forum energetico libico a trazione governativa, tenutosi pochi giorni prima, in cui c'erano operatori di primaria importanza, tra cui ENI? Un forum in cui, da quanto apprendiamo, era stata ribadita la ferma volontà di non mettere in discussione il Piano Mattei. Piano molto sgradito soprattutto alla Francia. Ci sono volte in cui troppi indizi fanno una prova.
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