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Lady Middle Class, l'impegno di Giorgia per il ceto medio: "È tempo di fare di più"
Oggi 28-08-25, 07:23
L'Italia delle persone normali, quelle che ci pensano due volte prima di comprarsi una t-shirt o proferiscono uscire il sabato e la domenica, perché nel resto settimana provano a mettere qualcosa da parte per realizzare il “sogno della vita”. È questo il Paese a cui Giorgia Meloni intende rivolgersi nei prossimi mesi. «È tempo di fare di più – ribadisce dal Palco di Rimini - per il ceto medio. L'obiettivo è concentrare l'attenzione sul fisco per rendere il sistema più equo e incentivante per chi produce reddito e contribuisce allo sviluppo». Lo stesso presidente del Consiglio, infatti, ricorda come l'attuale esecutivo non ha mai rinunciato a compiere «scelte coraggiose», quando si è trattato di tutelare le famiglie, garantendo loro «benefici netti da oltre 16 miliardi di euro». Ricordate, poi, le tante misure a sostegno dei lavoratori, come «il taglio del cuneo fiscale, la detassazione dei premi di produttività e l'Irpef premiale», nonché la realizzazione di quel «grande piano casa per le giovani coppie», punto saldo per una nazione che guarda al domani. Un qualcosa di fondamentale per l'oggi, intanto, è mettere freno alle “bollette pazze”, che rendono più complicata la vita a tanti, a partire dal mondo delle Pmi, cuore pulsante della nostra economia. «Obiettivo principale e ambizioso –ribadisce la premier-rimane l'abbassamento strutturale del costo dell'energia che pesa come un macigno sulla competitività». A frenare in tal senso, però, ci sono altri due fattori da non sottovalutare: il “mostro” della burocrazia e soprattutto una "cattiva giustizia", che vuoi o non vuoi, finisce con l'impattare sulla ripresa. A tal proposito, dunque, la prima donna della maggioranza ribadisce il suo impegno a terminare quanto iniziato dal ministro Nordio: «Nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati, che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare, andremo avanti, non per sottomettere il potere giudiziario, come dice qualcuno in malafede, ma per renderlo meno condizionato o meglio liberarlo dalla politica». Allo stesso modo, però, chi è a Palazzo Chigi evidenzia come, nella lotta all'immigrazione illegale, nessun togato potrà fermare l'azione dell'esecutivo: «Ogni tentativo in tal senso sarà rispedito al mittente. Faremo rispettare la legge dello Stato, garantiremo la sicurezza, combatteremo gli schiavisti del terzo millennio». Non è l'unica grande sfida o cambiamento, comunque, a cui fa riferimento la politica romana dal palco di Cl. Una svolta per diventare un Paese forte e credibile, ad esempio, passa per la "stabilità" o meglio per consentire a chi vince di realizzare quanto promesso. In tal senso fondamentale è il discusso “premierato”. «Una garanzia più solida – spiega Meloni - per la stabilità e la governabilità o anche il modo migliore per affermare la democrazia. Vogliamo archiviare una volta per tutte quando i cittadini votavano e vedevano poi dei governi diametralmente opposti all'esito elettorale». Giorgia, davanti a quella platea, che l'ha accolta con una standing ovation e un applauso (che non si vedeva da anni per un presidente, tanto da farla commuovere nei ringraziamenti dal padrone di casa Bernard Scholz), affronta anche i grandi dossier internazionali, a partire dalla guerra nell'Est Europa: «Finalmente spiragli di dialogo grazie a Trump, ma soprattutto grazie al coraggio e alla determinazione del popolo ucraino». Rispetto alla questione mediorientale, invece, esorta Israele a fermare gli attacchi e l'espansione dei coloni in Cisgiordania. Una cosa è certa, ogni processo di pace deve basarsi su un modello incentrato sul «dialogo tra nazioni libere». Un obiettivo su cui intendono battersi i nuovi conservatori, che intendono costruire l'Occidente «con mattoni nuovi» e, quindi, sono per un'Europa diversa dall'attuale. «Se resta così com'è (come denuncia pure un tale Draghi) tuona Meloni- è condannata all'irrilevanza».
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