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“Lei non sa chi sono io”, la vicenda Manetti infiamma la Toscana. FdI inchioda Giani per il blitz
Oggi 27-11-25, 10:53
L'affaire Cristina Manetti continua a tener banco. Le singolari modalità successive alla contestazione della polizia stradale per la presenza della sua auto sulla corsia d'emergenza dell'autostrada A11 sono al centro di una nota scritta dal deputato di Fratelli d'Italia Francesco Michelotti, che chiede chiarezza al governatore Eugenio Giani per una vicenda piuttosto nebulosa. “I cittadini che commettono violazioni al codice della strada ricorrono all'avvocato, non al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, come ha invece fatto l'attuale assessore alla Cultura Cristina Manetti. Ed il governatore, fatto molto grave, non solo si è prestato ad andare in ‘soccorso' dell'allora proprio capo di gabinetto, ma anche ad accompagnarla in Prefettura, come si apprende dalla risposta del ministero dell'Interno all'interrogazione della collega Chiara La Porta, che ha il merito di aver fatto luce su una vicenda dai contorni opachi e ancora tutta da comprendere”. Il vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d'Italia ha avanzato delle ipotesi che evidenzierebbero la pessima abitudine italica del “lei non sa chi sono io”. “Restano dubbi sul motivo per il quale Giani e Manetti siano andati dal Prefetto di Firenze, a chiedere cosa, dato che il percorso amministrativo di una violazione ha tempi specifici. Non vogliamo davvero pensare che il governatore della Toscana abbia tentato di sfruttare il proprio ruolo, cercando chissà quale scorciatoia. Evidentemente Giani, di lavoro, fa anche l'avvocato. Noi non lo sapevamo e neppure i cittadini toscani. Ed è a loro che deve dare spiegazioni riguardo ad una propria azione inopportuna, perché, al momento, sta dimostrando di non avere la giusta postura istituzionale.” Sul tema sono intervenuti anche i consiglieri comunali della Lista civica Eike Schmidt, Paolo Bambagioni e Massimo Sabatini. “In Toscana c'è una questione morale e siamo di fronte a un uso privato del potere pubblico sempre più sfacciato e, di conseguenza, deplorevole. Con tutti i problemi che la Toscana ha – dalla deindustrializzazione alla sicurezza, passando per le infrastrutture colabrodo –, Giani si è recato in Prefettura – con una scusa risibile il giorno delle elezioni – con la sua Capo di Gabinetto per il caso della multa. Con tutti i problemi che meriterebbero attenzione a Firenze – ricordiamo il silenzio sul caso della mancata nomina del segretario generale –, il prefetto Ferrandino ha dedicato un colloquio chiarificatore a Manetti e Giani. Perché non fa altrettanto con le migliaia di fiorentini vittime dell'insicurezza e inascoltati? Ci chiediamo, inoltre, come possa pontificare di cultura e lavorare per il bene comune chi usa le Istituzioni come un mantello protettivo, pensando di essere invulnerabile e più uguale degli altri. Infine, visto che si parla sempre di sicurezza e rispetto delle regole, ricordiamo che facendo quella manovra azzardata, per motivi indifendibili, Manetti ha messo a rischio sé stessa e gli altri. Che esempio può dare ai toscani?".
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