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Leader a Londra per salvare Kiev: qual è il piano Ue per il riarmo
02-03-2025, 21:38
Rilanciare il supporto a Kiev, ricucire con gli Usa e riarmare l'Europa. Sono queste le parole d'ordine uscite dal vertice di Londra. L'incontro, convocato dal premier britannico Keir Starmer, si è caricato di importanza dopo lo schiaffo dell'amministrazione Donald Trump al presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, ma al momento la linea resta quella di ricomporre il quadro con gli Usa. Un brutto episodio, osserva Starmer, ma questo non significa che gli Usa non sono più «un alleato affidabile». Il leader britannico, oltre ad aver annunciato un nuovo pacchetto di aiuti per la difesa aerea di Kiev da 1,6 miliardi di sterline, ha riferito di aver concordato con la Francia di lavorare con Kiev, e «possibilmente uno o due altri» paesi, su un piano per il cessate il fuoco da discutere con gli Stati Uniti. Il piano è emerso a seguito allo scontro tra Zelensky e Trump alla Casa Bianca venerdì. «Il nostro punto di partenza deve essere quello di mettere l'Ucraina nella posizione più forte possibile», ha dichiarato Starmer, sottolineando che «qualsiasi accordo deve essere sostenuto dalla forza». Non solo: ha annunciato che verrà formata una «coalizione dei volenterosi» per difendere l'Ucraina e garantire la pace. Nella capitale britannica si sono riuniti i leader di 16 Paesi (europei e Canada), oltre ai leader di Consiglio europeo Antonio Costa, Commissione europea Ursula von der Leyen e della Nato, Mark Rutte, per prendere in mano la situazione sul futuro dell'Ucraina e su quello della difesa europea. Le due potenze nucleari europee, dunque, prendono in mano la situazione ma non vogliono al momento imboccare una strada che li allontani troppo da Washington. Starmer è convinto che anche il presidente americano voglia una pace duratura per Kiev e anche durante l'incontro con la premier Giorgia Meloni si dice d'accordo con lei sulla tesi di non spaccare il fronte occidentale e di mantenere l'unità euroatlantica. Tiene banco anche la proposta della leader italiana di convocare un vertice Ue-Stati Uniti per risaldare i rapporti. E trova il sostegno del primo ministro della Polonia e presidente di turno del Consiglio Ue, Donald Tusk, per il quale è «positivo che Meloni abbia fatto la proposta al presidente Trump, anche per via degli ottimi rapporti che ci sono tra loro, forse avrà un effetto positivo». I leader europei (di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Polonia, Danimarca, Olanda, Spagna, Finlandia, Svezia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Ucraina, oltre al Canada e al ministro degli Esteri della Turchia) hanno ribadito il loro supporto a Zelensky: «Siamo tutti con te, con l'Ucraina, per tutto il tempo necessario. Questo è un momento irripetibile per la sicurezza dell'Europa», ha detto Starmer ai suoi invitati, «ottenere un buon risultato per l'Ucraina non è solo una questione di giusto o sbagliato, è fondamentale per la sicurezza di ogni nazione qui e anche di molte altre». Francia e Gran Bretagna starebbero anche lavorando per la creazione di una forza di peacekeeping sul territorio ucraino, di almeno 30mila unità. «Un'idea arrogante, un incitamento del regime di Kiev a fare la guerra contro di noi», commenta il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Gran parte delle discussioni del vertice di Londra sarà la base del Consiglio europeo straordinario di giovedì prossimo, dove la presidente della Commissione europea presenterà «il piano per il riarmo europeo», ha annunciato la stessa von der Leyen da Londra. «La via per la pace è la forza. La debolezza genera più guerra. Sosterremo l'Ucraina, impegnandoci nel contempo in un rafforzamento della difesa europea», è la sintesi della posizione di Bruxelles espressa dalla presidente della Commissione. «L'Ue collabora con i suoi partner per sostenere l'Ucraina e raggiungere una pace giusta e duratura», ricorda il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Ormai è chiaro che il futuro dell'Ucraina è in mano all'Europa. La Gran Bretagna ha preso la guida del gruppo di contatto dell'Ucraina, noto anche come gruppo di Ramstein, che riunisce 54 paesi in supporto di Kiev. E anche per Washington «sarà l'Europa a occuparsi della sicurezza e delle garanzie in Ucraina» dopo la fine della guerra, mentre «è prematuro parlare del ruolo degli Stati Uniti», ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Mike Waltz. Resta da vedere quale ruolo giocherà la Nato. Per ora il Segretario generale Mark Rutte sta cercando di tenere assieme in un delicato equilibrismo le posizioni Usa e quelle europee e canadesi. Di certo, il collante è l'aumento delle spese per la difesa, ormai prioritario anche in funzione di una maggiore autonomia degli alleati nei confronti degli Usa. Tre i punti da affrontare, ricorda Rutte. «Sostenere l'Ucraina ora, e per farlo tutti in Europa dovranno fare di più; un accordo di pace duraturo che tutti vogliamo e su cui l'Europa sta intensificando» gli sforzi e «mantenere la Nato forte» grazie all'aumento delle spese per la difesa.
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