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Leone e il futuro governo papale, cosa faranno Parolin e si suoi vice
Oggi 10-05-25, 08:27
Come da prassi Leone XIV ha prorogato «donec aliter provideatur» tutti i capi dei dicasteri vaticani e i vertici degli uffici del governo centrale della Santa Sede. Con questa consueta formula che sta a significare «fino a quando non si deciderà altrimenti» il pontefice ha inteso prendersi un po' di tempo per capire la gestione della macchina ed individuare le persone a lui più congeniali per formare il proprio governo. Nel comunicato ufficiale che rende pubblica questa proroga c'è però un passaggio degno di particolare attenzione e cioè quello in cui si specifica il desiderio del Papa che «gli attuali organi proseguano, provvisoriamente, nei rispettivi incarichi». Se quel «provvisoriamente» non bastasse a far capire l'antifona, il passaggio immediatamente successivo è ancora più chiaro: «Il Santo Padre desidera riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitiva». Con Leone sul Soglio sono già in molti a tremare, consapevoli che quel «provvisoriamente» è un avverbio che calza a pennello al nuovo corso vaticano. Papa Prevost dovrà certamente sostituire i prefetti dei dicasteri che da tempo hanno superato l'età anagrafica consentita dal Motu Proprio Ingravescentem Aetatem di Paolo VI per ricoprire incarichi curiali ed episcopali. Montini la fissò a 75 anni e attualmente sono tre i membri dell'esecutivo vaticano ad averla superata: lo svizzero Kurt Koch (75 compiuti a marzo), prefetto del dicastero per la Promozione dell'Unità dei cristiani, il gesuita canadese Michael Czerny (78), a capo di quello per il Servizio dello Sviluppo umano integrale e Marcello Semeraro (77), prefetto del potentissimo Dicastero per le cause dei Santi. In Vaticano si dà per certa la loro sostituzione in tempi rapidi. C'è poi una casella che andrà ricoperta subito perché lasciata vacante dal neoeletto Leone XIV ed è quella del dicastero per i Vescovi, di cui Prevost è stato prefetto fino alla morte di Francesco. Per succedere al pontefice nel delicatissimo ruolo di selezionatore e supervisore di tutti i Vescovi del pianeta si ipotizza che Egli stia pensando al brasiliano Ilson de Jesus Montanari, segretario del medesimo dicastero e del Collegio cardinalizio; proprio per quest'ultimo ruolo ricoperto potrebbe ricevere la porpora nel primo Concistoro del nuovo Papa. C'è poi la spinosa questione legata a due posizioni di primissimo rilievo ricoperte per la prima volta con Francesco da donne: il Governatorato, la cui presidente è suor Raffaella Petrini, e il dicastero per gli Istituti di Vita consacrata, che ha come prefetto suor Simona Brambilla. Non è detto che Leone voglia proseguire nella linea di apertura alle donne nel suo personale governo. Stessa cosa dicasi per i laici a capo di organi esecutivi di rilievo, come quello della Comunicazione presieduto dal giornalista Paolo Ruffini. Last but not least la Segreteria di Stato, casella chiave nella gestione dell'esecutivo d'Oltretevere. Pare ormai assodato che Pietro Parolin resterà per qualche tempo “primo ministro” anche con Leone, non lo è altrettanto per i suoi due vice Edgar Peña Parra e Paul Richard Gallagher, rispettivamente sostituto per gli Affari generali e per i Rapporti con gli Stati. Se l'inglese Gallagher è in rampa di lancio perché molto stimato dalla corrente conservatrice che ha contribuito all'elezione di Prevost, per Peña Parra si prospetta a breve un incarico altrove.
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