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Luca V, la voce che canta il disordine mentale: con LITIO la musica si fa documento emotivo
18-04-2025, 18:07
C'è una generazione che ha smesso di avere paura delle parole. E tra le voci che la rappresentano con maggiore lucidità, c'è quella di Luca V, pseudonimo di Luca Mercandino, classe 1995, originario di Biella. Con LITIO, il suo nuovo singolo in uscita il 18 aprile, l'artista continua il suo personale lavoro di scavo nella materia più incandescente del presente: la salute mentale. Non si tratta di una canzone come le altre. Né di un'operazione estetica. LITIO è un racconto crudo, viscerale, a tratti disturbante, che mette in scena il disturbo bipolare senza metafore, senza veli. Il testo attraversa l'altalena emotiva tipica della patologia – dalla fase maniacale alla caduta depressiva – in un'alternanza che restituisce, parola per parola, l'instabilità come condizione permanente. Ma è nella scelta del tono, chirurgico eppure intimo, che la traccia colpisce: non c'è denuncia, né pietismo. C'è la restituzione di un'esperienza, con la precisione di un diario e la forza di un urlo lucido nel caos. “L'ho scritto in un momento in cui non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto”, racconta Luca. “Avevo bisogno di dire qualcosa, anche se solo a me stesso. In studio ho chiesto di tenere le luci basse. Volevo che fosse tutto vero, anche scomodo. Perfino i respiri, le crepe nella voce: non volevo pulizia, volevo realtà”. In un contesto musicale spesso dominato da narrazioni levigate o generiche, LITIO si impone per la sua specificità. Il riferimento al farmaco stabilizzante – il litio, appunto – diventa simbolo di una lotta quotidiana, fatta di insonnia, acufeni, vuoti d'identità e desiderio di normalità. Il brano si colloca così in un progetto artistico più ampio. “Ogni canzone è una stanza diversa della mia testa”, spiega l'artista. “Questa è la più buia. Ma forse anche quella dove ho trovato più verità”. Il videoclip – girato a Milano da Lorenzo Avanzi – accompagna la narrazione in modo quasi teatrale: una stanza ordinata che si disgrega, l'ordine che crolla, la luce che si spegne. È un viaggio visivo nell'instabilità, specchio di una mente in oscillazione. Il tutto raccontato con una regia essenziale, priva di effetti speciali, ma carica di simbologie. Da Pelle di Prozac a LITIO, Luca V sta tracciando un percorso coerente, che unisce l'urgenza personale alla riflessione collettiva. Una traiettoria che interessa sempre più anche chi si occupa non solo di musica, ma di cultura, società, salute pubblica. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il disturbo bipolare colpisce oltre il 2% della popolazione mondiale. In Italia, il dibattito resta spesso relegato al lessico clinico o all'eco delle notizie di cronaca. In questo scenario, le canzoni di Luca V diventano ponti. O forse specchi. Perché il vero valore di LITIO non sta solo nel coraggio del contenuto, ma nella capacità di aprire spazi nuovi nel racconto della malattia psichica. Con uno sguardo che non giudica, ma accompagna.
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