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'Macron permaloso, è in difficoltà". Soldati in Ucraina, Salvini non arretra
Ieri 23-08-25, 21:52
Nessun passo indietro del vicepremier Matteo Salvini. Che torna ad attaccare il presidente francese Emmanuel Macron dopo l'affondo di mercoledì. Quando il leader della Lega, con un'espressione lombarda, aveva invitato l'inquilino dell'Eliseo ad "attaccarsi al tram" per quanto riguarda l'invio di truppe europee in Ucraina. "Vacci tu, se vuoi, - aveva detto Salvini rivolgendosi a Macron - ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina". Parole valse la convocazione dell'ambasciatrice italiana a Parigi, seguita a una protesta della Francia prima con il consigliere diplomatico della premier Giorgia Meloni, Fabrizio Saggio, e poi con la Farnesina. Tensione fra Roma e Parigi che torna a salire. Ma che non spinge il segretario di via Bellerio ad abbassare i toni. "Macron è un po' troppo permaloso - insiste Salvini - la smetta di parlare con toni bellici, solo il mese scorso ha detto che la Francia è pronta a combattere. Parla per te, l'Italia non ha nessuna intenzione di combattere, non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la pace". E sulla reazione dell'Eliseo, aggiunge: "Hanno messo su tutta questa storia perché Macron è al minimo storico nel suo Paese, i sondaggi dicono che l'80 per cento dei francesi non lo gradisce". In serata, ospite di Rete 4, smorza: "La reazione dell'Eliseo è sproporzionata, non ho voglia di litigare con Macron e da me non c'è nessun insulto". Ma sul contenuto tiene il punto: "Ribadisco il no sobrio all'invio di truppe". Insomma, ancora una punzecchiatura che agita le acque interne alla maggioranza, con nuove frizioni tra Lega e Forza Italia, e che scatena la polemica con le opposizioni. Nessuna dichiarazione sul caso, invece, dalle parti di FdI. Nel giorno in cui la premier Giorgia Meloni annulla ufficialmente la missione prevista nell'Indo-Pacifico per dedicarsi a seguire da vicino gli sviluppi legati al processo di pace in Ucraina. Il delicato dossier su Kiev è al centro del tavolo della presidente del Consiglio. Ma dalla Valle d'Itria, dove Meloni sta trascorrendo qualche giorno di vacanza, non giunge nessuna reazione né alle dichiarazioni del vicepremier Salvini né alla convocazione dell'ambasciatrice italiana. Intanto, nelle fila di FdI si prova a minimizzare, derubricando le parole del leader leghista a "un'uscita di pancia come tante". Nel partito della premier prevale dunque la cautela, alla luce di un tentativo in atto da tempo di normalizzare i rapporti non sempre facili con la presidenza francese. Ma tra i meloniani non mancano i dubbi sulla convocazione dell'ambasciatrice, ritenuta da molti "esagerata". La reazione della Francia - è il ragionamento - è "forse volutamente marcata". "Abbiamo visto un Macron contrito di fronte al protagonismo di Meloni", ragiona qualcuno senza però alzare il tiro. Chi invece, in maggioranza, ingaggia la sfida con la Lega, è Forza Italia. "La politica estera italiana spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. L'accaduto non cambierà i nostri rapporti di amicizia con la Francia, pur nelle diverse sensibilità. Siamo alleati con Parigi e lo rimarremo ancor più in un momento così critico nel quadro internazionale", dichiara Deborah Bergamini, responsabile Esteri del partito. E dal vicepremier Antonio Tajani arriva un segnale che molti leggono come distensivo. "In vista del G7 Esteri di domani ho avuto lunghi colloqui telefonici con i miei colleghi francese e tedesco. Jean-Noël Barrot e Johann Wadephul. Abbiamo affrontato la situazione in Ucraina e in Medio Oriente. Tutti impegnati per costruire la pace", scrive sui suoi social. Parole che si scontrano con quelle usate da esponenti di peso della Lega a sostegno delle posizione del loro leader. "Se Macron smentisce la volontà di invitare soldati europei a combattere in Ucraina insiste il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo - problema chiuso. E continuare a tirare in ballo l'ombrello nucleare europeo, eserciti europei, missili e bazooka europei non aiuta in questo momento". Battibecco nel centrodestra in cui si inserisce la segretaria del Pd Elly Schlein. Che attacca: "Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo, con Tajani e Meloni che rivendicano col loro alleato leghista il proprio ruolo in politica estera, ma imbarazzano il Paese. L'Italia ha una grande tradizione diplomatica ma questo governo continua a dimostrarsi non all'altezza". E incalza: "Salvini farebbe meglio a occuparsi dei ritardi cronici dei treni". Non si fa attendere la reazione della Lega, che in una nota risponde: "Non stupisce che, anche nelle ultime ore, la sinistra rafforzi le proprie posizioni anti-italiane e guerrafondaie e il proprio servilismo verso alcuni governi stranieri come Parigi". E dure critiche al leader della Lega giungono da tutti i partiti di opposizione. Che chiedono alla premier di prendere le distanze dalle dichiarazioni del vicepremier. "Salvini, come al solito, usa toni che sono inutilizzabili se sei vicepremier. Non perchè non si possa dissentire da un altro capo di Stato, ma perchè non puoi parlare come fossi al 'Bar dello Sport'", ammonisce il leader di Azione, Carlo Calenda. "Salvini umilia l'Italia", dichiara il segretario di +Europa Riccardo Magi. Per Angelo Bonelli di Avs quello del leghista è un "linguaggio volgare". Ed Enrico Borghi di Iv parla di "pagina imbarazzante" per l'Italia.
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