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Meloni contro tutti: "Il 2% del Pil in difesa, su migranti e conti smentiti i gufi"
Oggi 08-05-25, 08:19
Giorgia Meloni torna in Aula, al Senato, dopo 469 giorni; l'ultima volta fu alla Camera il 24 gennaio 2024. Nel «premier time» risponde a tutto tondo: dalle spese militari al caro bollette passando per il premierato e la politica estera. Seduta fra i ministri Schillaci e Calderoli la presidente del Consiglio non rimane impassibile alle «richieste» dell'opposizione, sbraccia, sbuffa, fa no con il dito, ride e si arrabbia. Ma nelle sue repliche apre anche spazi a un percorso costruttivo con la minoranza. Come quando sul disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'energia elettrica, uno degli obiettivi a stretto giro dichiarati dal governo, domanda: «Vogliamo fare una battaglia insieme in Europa? Perché io sono totalmente d'accordo e quindi una volta ogni tanto possiamo lavorare insieme per arrivare a delle soluzioni che interessano i nostri cittadini». Discorso diverso sulle liste d'attesa dove invece non nega uno scontro con le Regioni: «Ogni anno stanziamo delle risorse ma non le gestiamo. Con un decreto abbiamo chiesto di intervenire con dei poteri sostitutivi ma le Regioni non sono d'accordo. Però gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà, perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi ed essere responsabili di quello che non funziona». Meloni rivendica i successi del suo governo, sui conti pubblici, sui migranti, ma soprattutto sulla politica estera. Al segretario di Azione Calenda che le chiede come ha intenzione di raggiungere il 2% del Pil replica che «l'Italia raggiungerà il target nel 2025» ricordando che la «libertà ha un prezzo e che, se fai pagare a qualcun altro la tua sicurezza, devi sapere che non sarai tu a decidere pienamente il tuo destino». Sull'aumento delle spese militari torna nella replica al senatore di Avs Giuseppe De Cristofaro che l'accusa di essere andata a Washington per parlare di dazi e di essere tornata dopo aver «promesso» 40 miliardi di euro dei cittadini italiani agli Usa. «Temo che questo sia un calcolo totalmente inventato» evidenzia la premier e spiega «la sicurezza dell'Italia e dell'Europa non sia un favore che si fa agli americani, ma semmai un favore che facciamo a noi stessi». E ribadisce il concetto che con gli Usa non c'è «nessuna subalternità». Quando il dem Boccia le chiede conto sull'acquisto di Gnl statunitense, Meloni replica ricordando come l'Italia acquisti gas naturale liquefatto dagli Usa fin dai tempi di Biden e che il governo nel frattempo sta «facendo un lavoro di diversificazione». La premier ribadisce il sostegno a Kiev auspicando che la Russia voglia dimostrare «concretamente la volontà di costruire la pace, perché l'Ucraina l'ha già fatto». Loda il lavoro dei paesi arabi vera «chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto» in Medio Oriente. Una soluzione che per l'Italia deve prevedere la formula dei due Paesi in due Stati. Matteo Renzi la incalza sulle riforme «al palo». La premier ribadisce di voler tirare dritto sul premierato. «Il premierato sta andando avanti, è una legge che io continuo a considerare la madre di tutte le riforme, non dipende da me ma dal Parlamento, però sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma, esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia» assicura Meloni. Per poi aggiungere: «Sulle preferenze le confermo di essere favorevole alla loro introduzione nella legge elettorale». Capitolo economico. La premier ricorda la «recente promozione di S&P, che ha alzato il rating dell'Italia, ricordiamo che non accadeva dal 2017». La riprova per Meloni che «l'Italia si presenta in modo credibile di fronte a un quadro che è oggettivamente molto complesso». Rivendica anche la «strategia a tutto campo» che il governo ha messo in piedi per affrontare il dossier migranti. «Alla fine di questa settimana, oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato in tempi molto veloci, a dimostrazione di come le procedure e la strategia che abbiamo messo in campo, nonostante i tentativi di bloccarle per ragioni chiaramente ideologiche, stiano funzionando». E qui non risparmia una stoccata ai giudici «alcuni tribunali pare stiano disponendo il ritrasferimento in Italia. Ricordo che nel curriculum di queste persone ci sono reati molto gravi».
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