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Milano-Cortina: fiamma olimpica arriva al Quirinale, Malagò "aspettative alte"
Oggi 04-12-25, 21:02
E adesso tocca a noi per davvero. Vent'anni dopo Torino 2006, la fiamma olimpica passa nuovamente nelle mani dell'Italia, pronta a ospitare a febbraio i Giochi di Milano-Cortina, i primi diffusi su un territorio così esteso, un'edizione molto attesa che segna il ritorno delle Olimpiadi Invernali in Europa, culla degli sport della neve, dopo due edizioni in Asia tra PyeongChang 2018 e Pechino 2022. Dopo l'accensione del sacro fuoco ad Olimpia dello scorso 26 novembre, la staffetta greca si è conclusa ad Atene con il passaggio di consegne alla delegazione di Milano-Cortina, nello specifico al presidente Giovanni Malagò che più di chiunque altro ha creduto in questa sfida nel lontano 2019, anno dell'assegnazione. E' stato proprio lui, insieme a Jasmine Paolini, a scendere per primo dall'aereo che ha portato la fiamma a Roma, da dove sabato 6 dicembre scatterà il viaggio italiano della torcia, che toccherà tutte e 20 le regioni tra luoghi iconici e siti Unesco. Prima, però, il sacro fuoco olimpico 'alloggerà' al Quirinale: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tardo pomeriggio ha accolto la lanterna - consegnata dalla stessa Paolini - che custodisce la fiamma e ha ricevuto la delegazione italiana composta, tra gli altri, da Paolini, Malagò, i due sindaci di Milano e Cortina Giuseppe Sala e Gianluca Lorenzi, il presidente e il segretario generale del Coni Luciano Buonfiglio e Carlo Mornati. Il Capo dello Stato ha posizionato la fiamma all'interno del Palazzo del Quirinale, dietro la Vetrata che si apre sul Cortile d'Onore, dove rimarrà accesa per tutta la notte. Dopo la foto di rito con la lanterna, Mattarella si è intrattenuto con Jasmine Paolini, chiedendo alla tennista azzurra quali saranno i suoi prossimi impegni e rivolgendole il suo "in bocca al lupo". Venerdì, in piazza del Quirinale, alla presenza tra gli altri della premier Giorgia Meloni e della presidente del Cio Kirsty Coventry, ci sarà la cerimonia di accensione della Fiamma e di inaugurazione del suo viaggio in tutta Italia. "Questi momenti ti ripagano di tutto quello che uno ha fatto sacrificando qualcosa nella propria vita - ha dichiarato Malagò all'uscita dal Quirinale - Per chi si occupa di valori non c'è di più sacro che portare la fiamma olimpica. La torcia viaggerà fino al 6 di febbraio, si porterà questa fiamma in due calderoni, uno a Milano e l'altro a Cortina. E' la dimostrazione concreta che ci stiamo avvicinando all'evento in modo prepotente, iconico, romantico e storico. Le aspettative sono alte e bisogna tenerne conto. Abbiamo bisogno di ogni giorno, è una organizzazione molto complessa". Prima di far tappa in Italia la fiamma è stata ufficialmente consegnata dalla Grecia in una cerimonia 'graziata' dalla pioggia nonostante l'annunciato maltempo. All'interno dell'iconico stadio Panathinaiko, interamente costruito in marmo, inaugurato nel 560 a.C. e teatro nel 1896 dei primi Giochi Olimpici dell'era moderna, è avvenuto il passaggio di consegne della torcia tra il numero uno del comitato olimpico greco, Isidoros Kouvelos, e il presidente della Fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò, di fronte a una folta delegazione italiana comprendente tra gli altri il presidente del Coni Luciano Buonfiglio e i sindaci delle due città che ospiteranno la rassegna, Giuseppe Sala e Gianluca Lorenzi. "Oggi è un momento magico per tutti noi, ci prepariamo a riportare la sacra fiamma olimpica sul suolo italiano per la prima volta in 20 anni - ha dichiarato Malagò - Essere qui, in questo stadio storico, ci ricorda l'onore che ci è stato concesso e il prezioso tesoro che porteremo a casa con noi". In precedenza erano stati Jasmine Paolini e Filippo Ganna a rendersi protagonisti del simbolico passaggio tra la staffetta ellenica e quella italiana percorrendo alcuni metri all'interno del celebre stadio ateniese in qualità di tedofori. "Mi sono emozionata specialmente alla fine quando mi sono ricordata dove sono e quello che ho appena fatto, perché comunque è un sogno per ogni atleta", ha confessato la tennista, mentre il ciclista ha ammesso che "avrei voluto fare qualche chilometro in più, c'è stata tanta preparazione psicologica e poi il momento è stato troppo veloce".
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