s

Moschea Capitale: ecco la mappa dei centri di preghiera illegali di Roma
Oggi 07-09-25, 09:37
A Roma proliferano le moschee abusive. Il Tempo già il 30 giugno aveva scritto che il numero dei luoghi di preghiera islamici sono ormai più di cinquanta e già nel 2015 se ne contavano 38. Quello che oggi emerge è che la Lega ne ha già individuate 21 potenzialmente abusive tramite una fitta attività di mappatura territoriale che ha portato all'accesso agli atti degli edifici che principalmente vanno dall'Esquilino alla periferia est: è stata fatta, quindi, formale richiesta all'ufficio tecnico del municipio in modo da avere chiarimenti sulla legittimità a livello urbanistico delle strutture individuate le cui segnalazioni, come sottolinea Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina «stanno fioccando da ogni parte della città dopo la nostra conferenza stampa e l'uscita dell'articolo de Il Tempo. Siamo davanti a un dato allarmante che conferma quanto da tempo denunciamo: siamo di fronte a un fenomeno molto più ampio, diffuso e radicato di quanto le istituzioni vogliano ammettere». Sono spesso garage, ex supermercati, locali in disuso, quelli occupati dal centro islamico di turno in cui si svolgono regolarmente turni e turni di preghiera, senza la minima autorizzazione, senza che l'accatastamento come luogo di culto venga effettuato. Il tutto con un impatto incredibile dal punto di vista urbanistico. Come sottolinea la vice della Lega Silvia Sardone, quello di Roma non è un caso isolato, ma un piano che ha il partito per arginare un fondamentalismo islamico sempre più dilagante: «Il nostro piano per contrastare la radicalizzazione islamica si basa su atti concreti che intendiamo portare avanti fino in fondo per consentire ai cittadini il massimo della sicurezza e della legalità. Non è più ammissibile che finti centri culturali adibiti a moschee rispettino le leggi diverse da quelle italiana, in una sorta di anarchia a cui la Lega ha deciso di dire basta. Stiamo mappando Roma e non ci fermeremo finché tutti i luoghi abusivi non verranno chiusi, ed estenderemo vincente modello a tutte le città italiane che rischiano di essere prese d'assalto dai fondamentalisti, spesso e volentieri con la compiacenza di amministrazioni di sinistra che strizzano l'occhio all'islam più radicale». Ed è per questo che, anche con l'europarlamentare Anna Maria Cisint, stanno portando avanti questa battaglia che oggi va oltre la sola moschea di Centocelle, il cui maxi progetto finanziato dal Qatar è stato bloccato. Pigneto, Torpignattara, Tuscolano, Cinecittà, Magliana, ma anche Trionfale e il Rione Esquilino, sono solo alcune delle zone (come vi mostriamo nel grafico) oggi attenzionate: dal Centro culturale islamico in via Mocenigo, passando per la moschea di Omar in via dei Quinzi, fino al centro culturale islamico della Magliana, sono oltre cinque i municipi che vedono il proliferare di centri considerati irregolari e che, una volta effettuati i controlli, potrebbero essere chiusi in attesa di regolamentazione.
CONTINUA A LEGGERE
7
0
0