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Neonata rapita, scarcerato il marito della finta mamma: quando ha scoperto la verità
24-01-2025, 21:39
Sarebbe caduto nella 'trappola' della moglie almeno fino a pochi minuti prima dell'arrivo della polizia nella casa di Castrolibero dove stava festeggiando la nascita di quello che credeva fosse il figlio. L'udienza di convalida per Rosa Vespa, 51 anni, e il marito Moses Omogo Chiediebere, 42 anni, si chiude con un 'colpo di scena', quando la gip del tribunale di Cosenza Claudia Pingitore convalida l'arresto dell'uomo ma ne dispone l'immediata scarcerazione accogliendo la richiesta del pm. Si chiude così il primo atto della vicenda giudiziaria che si è aperta dopo il rapimento lampo della piccola Sofia, portata via dalla clinica 'Sacro Cuore', il 21 gennaio a solo un giorno dalla nascita della piccola. A prelevarla, fingendosi puericultrice, Rosa Vespa, la stessa donna che pochi giorni prima aveva annunciato la nascita di un bambino e che avrebbe fatto tutto da sola, simulando prima la gravidanza e poi il parto, fino ad arrivare a rapire una bambina. Che il marito non sapesse nulla, per quanto strano, era emerso già nelle primissime fasi dell'indagine. Fin dall'inizio infatti gli investigatori della polizia di Cosenza erano perplessi su un presunto ruolo 'attivo' del 42enne che sarebbe invece apparso da subito estraneo al piano. Sarebbe dunque stato davvero convinto di stare aspettando un figlio con la moglie fino a che la notizia di un rapimento di una bambina dalla stessa clinica in cui la moglie avrebbe partorito non ha iniziato a circolare anche sui social. "Era convinto della gravidanza della moglie, gli faceva vedere le ecografie, la pancia, ma si è accorto che qualcosa non andava poco prima dell'arrivo della polizia a casa. La notizia aveva iniziato già a circolare anche sui social e ha chiesto spiegazioni. Alla fine, qualche minuto prima che arrivassero gli agenti, lei glielo ha detto, 'sì, sono stata io'",spiega a LaPresse l'avvocato Gianluca Garritano, legale di Moses Omogo Chiediebere. "Il racconto del mio assistito è stato ritenuto credibile anche dagli stessi inquirenti", ha sottolineato il legale dell'uomo. Per costruire il suo castello Vespa avrebbe mostrato anche una finta lettera di dimissioni dall'ospedale, lettera, si apprende da fonti legali, che ora è agli atti del fascicolo. Chi non ha saputo spiegare il perché è invece Rosa Vespa, che ha parlato davanti alla gip e si è addossata tutta la colpa, escludendo qualsiasi responsabilità del marito. La donna, assistita dall'avvocata Teresa Gallucci, ha raccontato di aver finto una gravidanza per 9 mesi ingannando anche il marito e ha precisato di non aver voluto fare del male a nessuno. Su quanto da lei commesso non ha saputo darsi una risposta logica, mentre sulla dinamica dell'accaduto ha fornito alcuni particolari sui quali proseguono le indagini. La legale ha poi chiesto per la donna una visita psichiatrica in carcere, richiesta alla quale il pm non si è opposto.
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