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Open Arms? Un colpo durissimo alle narrazioni tossiche della sinistra italiana
Oggi 20-06-25, 07:49
La sentenza del Tribunale di Palermo sul caso Open Arms, con le motivazioni appena depositate, è una lezione di diritto e un colpo durissimo alle narrazioni tossiche della sinistra italiana. Matteo Salvini, assolto con formula piena perché «il fatto non sussiste», è stato per anni crocifisso da chi lo accusava di sequestro di persona e disumanità. Oggi, quelle accuse si sgretolano sotto il peso della verità giudiziaria. È quindi ora di smontare, una per una, le bugie che hanno alimentato questa caccia alle streghe. La prima grande menzogna della sinistra è stata dipingere Salvini come un criminale che «sequestrava» migranti per puro sadismo politico. I giudici di Palermo sono chiari: l'Italia non aveva alcun obbligo giuridico di assegnare un porto sicuro alla nave Open Arms nell'agosto 2019. La responsabilità ricadeva sulla Spagna, Stato di bandiera della Ong, che aveva già offerto porti sicuri ad Algeciras e Maiorca, inviando persino una nave militare, l'Audaz, per trasferire i migranti. Salvini non ha «bloccato» nessuno: ha applicato il diritto internazionale, lasciando che fosse Madrid a gestire la situazione. Dove sono ora tutti quelli che parlavano di «crimini contro l'umanità»? Sono pronti a chiedere scusa? La seconda bugia è stata quella di sostenere che i migranti fossero in pericolo di vita e che l'Italia dovesse intervenire immediatamente. Falso. La sentenza sottolinea che le condizioni a bordo non erano tali da giustificare un'azione urgente da parte nostra. Open Arms avrebbe potuto dirigersi verso porti spagnoli o maltesi, ma ha scelto di puntare sull'Italia. Perché? Dietro c'era un calcolo politico, un tentativo di forzare la mano al nostro governo per screditarlo. E la sinistra, invece di difendere la sovranità italiana, si è prestata a questo gioco, accusando il proprio Paese di essere «disumano». Terza menzogna: il decreto di Salvini sarebbe stato un atto illegale, un abuso di potere. I giudici smontano anche questo. Il decreto del 1° agosto 2019, che vietava l'ingresso della nave nelle acque territoriali, era perfettamente legittimo. Non si trattava di un respingimento verso la Libia, ma di una misura per tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale. L'Italia, come ogni Stato sovrano, ha il diritto di controllare i propri confini. Eppure, per anni, PD e compagni hanno urlato che si trattava di un atto «fascista», ignorando il diritto e i fatti. Infine, la sinistra ha sostenuto che l'Italia doveva accogliere tutti, sempre, senza condizioni. Una posizione ideologica, non giuridica. La sentenza chiarisce che non esiste un obbligo universale di aprire i porti a ogni nave ONG. Spagna e Malta, ritenuti «Stati responsabili», avrebbero dovuto agire. Questa sentenza non è solo un'assoluzione per Salvini: è una condanna morale per i suoi contestatori (sconfitti in tribunale).
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