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Papa Leone torna a casa Pronto l'appartamento pontificio
Oggi 08-12-25, 14:19
Dopo quasi nove mesi di complesse ristrutturazioni, l'appartamento pontificio al terzo piano del Palazzo Apostolico è finalmente pronto. Mancano solo gli ultimi dettagli, ma fonti autorevoli interpellate da Il Tempo confermano: a gennaio Leone XIV si trasferirà in quello che fino al 28 febbraio 2013, ultimo giorno di pontificato di Papa Benedetto XVI, è stata la casa privata dei Papi. Tutti ricorderanno che, appena eletto, Bergoglio decise di rimanere a vivere a Santa Marta, un ex convento all'interno della Città del Vaticano completamente ristrutturato per volere di Giovanni Paolo II negli anni Novanta da adibirsi all'alloggio dei cardinali durante la Sede Vacante. Fino al Conclave che elesse l'Arcivescovo di Cracovia nel 1978, infatti, i porporati chiamati ad eleggere il successore di Pietro erano costretti a vivere, seppur per pochi giorni, in piccoli alloggi di fortuna ricavati alla bene e meglio in saloni divisi con tramezzi e spesso usufruendo di bagni comuni. Nel 1996 Giovanni Paolo II creò un vero e proprio albergo con tutti i comfort: 120 mono e bilocali dotati di bagno privato e piccola cappella per la preghiera degli Eminentissimi. Appena eletto, il 13 marzo 2013, Papa Francesco decise di rimanere a vivere lì, nell'appartamento di rappresentanza a suo tempo predisposto dagli architetti incaricati da Wojtyla per far soggiornare qualche giorno il nuovo Pontefice, inattesa che dall'appartamento ufficiale fossero tolti i sigilli (posti secondo consuetudine all'inizio di ogni Sede Vacante) e che fosse data quella naturale «rinfrescata» per ogni nuovo inquilino che entra in una casa mai abitata prima di allora. Per anni la propaganda pauperista bergogliana ha fatto credere che Francesco vivesse in sessanta metri quadrati, mentre decine di cardinali di curia continuavano ad alloggiare in splendidi appartamenti rinascimentali all'interno o nelle immediate vicinanze delle Sacre Mura. Per primi, qualche mese fa, avevamo però rivelato, leggendo le carte e i bilanci, che negli anni Bergoglio aveva preso possesso di tutto il secondo piano di Santa Marta, predisponendo per sé stesso e i suoi collaboratori un immenso appartamento di oltre trecento metri quadrati, fornito di cappella privata, varie stanze di rappresentanza, una cucina e una grande sala da pranzo. Il costo del mantenimento di tutta questa nuova operazione era di circa duecentomila euro al mese, considerando anche l'assunzione di nuovo personale, di nuovi gendarmi e che ovviamente il Palazzo Apostolico non poteva essere lasciato all'oblio. Eppure, così stato: appena rotti i sigilli dell'Appartamento papale dopo l'elezione di Leone XIV, la scena apparsa al nuovo pontefice e al suo staff è stata di vero choc. La cucina, che mons. Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI, assicura essere stata rinnovata completamente verso la fine degli anni Duemila, era sparita e completamente smantellata. Le infiltrazioni, provenienti dal tetto, in dodici annidi mancata manutenzione, avevano compromesso gli impianti elettrici – peraltro ormai non più a norma – e i cosiddetti «soffittoni», i piccoli appartamenti ricavati sopra quello del Papa a uso dei suoi segretari particolari erano ormai in condizioni disastrose, pieni di muffa e inagibili. Prevost, che non ha mai pensato di tornare a vivere a Santa Marta come il diretto predecessore (tant'è che dalla sera stessa della sua elezione, avvenuta l'8 maggio scorso, vive a Palazzo Sant'Uffizio nell'appartamento di quand'era cardinale), ha dato immediatamente mandato di ristrutturare e mettere a norma l'Appartamento, ma le tempistiche si sono via via dilungate per varie ragioni. Innanzitutto, perché Leone riceve ogni mattina Capi di Stato e ambasciatori–oltre ai membri della Curia–nella biblioteca privata papale situata a pochi metri dall'Appartamento, perciò in quei momenti i lavori si fermano e poi perché, come rivelato tempo fa, si stanno ricavando altri piccoli monolocali per la piccola comunità di agostiniani che ilpontefice avrebbe in animo di far vivere con sé. Nonostante questo, ci siamo: a inizio gennaio i romani passeggiando alla sera su Piazza San Pietro, rivedranno finalmente accese le luci del terzo piano del Palazzo Apostolico.
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