s
Patto tra Meloni e Schlein sul "libero consenso". La leader del Pd :"Ora obbligo educazione sessuale"
Oggi 13-11-25, 20:33
Centrodestra e centrosinistra plaudono allo sforzo comune in Commissione Giustizia alla Camera, dove ha preso forma l'emendamento bipartisan che modifica l'articolo 609-bis del Codice penale in materia di violenza sessuale. Rischierà la reclusione dai 6 ai 12 anni chiunque "fa compiere o subire atti sessuali a un'altra persona" senza "il consenso libero e attuale". Insomma, il sesso senza consenso è stupro. E il consenso deve essere sempre liberamente espresso e revocabile, altrimenti si cade nella violenza sessuale. Dopo i frequenti contatti tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein sul tema, a firmare le modifica del testo sono le relatrici Michela Di Biase del Pd e Carolina Varchi di FdI. A celebrare "una svolta culturale fondamentale nel contrasto alla violenza di genere" è soprattutto la segretaria dem, che sui social posta una foto che la ritrae in una stretta di mano con la premier del maggio 2023. Il plauso arriva da quasi tutti i partiti dell'emiciclo, con il Pd in testa a rivendicare il risultato. "È un passo avanti importantissimo, - insiste la segretaria - che dimostra come su questo maggioranza e opposizione possono trovare un terreno comune. Proseguiremo il lavoro anche su altre cose". E incalza con un riferimento alla polemica sul ddl Valditara. "Vogliamo poter arrivare a votare insieme anche delle norme necessarie sulla prevenzione, a partire dall'educazione alle differenze e alla sessualità che per noi deve essere obbligatoria in tutti i cicli scolastici". Parole che aprono al confronto, ma sottolineano al tempo stesso le rigidità delle posizioni espresse anche oggi alla Camera sul ddl che riguarda il consenso informato dei genitori sui corsi di eduzione sessuo-affettiva a scuola. Dopo la bagarre di ieri con il ministro, di nuovo scinitlle tra maggioranza e opposizioni. Dopo una mattinata di ostruzionismo del centrosinistra, con una raffica di interventi dei deputati volti a ritardare l'esame del provvedimento, la votazione degli emendamenti comincia ma viene poi rimandata a data da destinarsi. Dai banchi delle opposizioni molti lamentano l'assenza di Valditara. E più di qualcuno torna alla carica. Con il M5S che alza di nuovo l'asticella dello scontro. "Chiedo ai colleghi un po' di carità cristiana nei confronti del ministro Valditara perché lui non sa quello che dice, non conosce l'argomento", dice in Aula la pentastellata Susanna Cherchi. Che poi affonda: "L'unica cosa di cui è sicuramente consapevole è di non essere all'altezza. E quando una persona sa di non essere all'altezza paradossalmente diventa anche più violento. Come le donne che vengono uccise dai mariti, perché i mariti sanno di non essere all'altezza di quelle donne e quindi le ammazzano. Ma lui poverino, ha bisogno di comprensione". Dopo le proteste dai banchi della maggioranza, il presidente di turno Sergio Costa le toglie la parola dicendo: "Ha detto cose inopportune". È bufera. ùLa Lega, con il responsabile Scuola Rossano Sasso, punta il dito: "L'opposizione svilisce il dibattito parlamentare e la figura istituzionale del deputato con dichiarazioni ignobili come quella fatta dalla collega Cherchi del M5s che ha paragonato il Ministro Valditara all'autore di un femminicidio". Da via Bellerio giungono con forza le richieste di scuse indirizzate alla 5 Stelle. E Cherchi torna sui suoi passi. "Desidero scusarmi con il ministro Giuseppe Valditara - scrive in una nota - per le parole da me pronunciate in Aula. Non era in alcun modo mia intenzione accostare il ministro ai comportamenti di uomini violenti e autori di femminicidi. Mi dispiace se c'è stato un fraintendimento". Ma la polemica non accenna a placarsi. Rinfolacata da FdI. "La carità cristiana invocata dalla grillina in aula decidiamo di usarla noi nei suoi riguardi, perché le scuse tardive a poco giovano in un dibattito democratico", commenta la deputata meloniana Grazia Di maggio.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
