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Per Calenda mossa a sorpresa riuscita
30-03-2025, 06:18
Calenda che invita la Meloni e bene la Meloni che va da Calenda.</DC> Bene, perché è ora di finirla con una politica capace di parlare solo ai tifosi, bene perché confrontarsi con chi la pensa diversamente, anche in modo non conciliabile, serve a chi sta al governo e serve a chi sta all'opposizione. Non vedevamo da anni il capo del governo, intervenire ad una manifestazione politica dei suoi oppositori: un segnale di civiltà che deve fare riflettere tutti quanti, perché anche nell'assemblea di condominio bisogna tornare a discutere con fare costruttivo. Adesso però, usciamo dal buonismo di circostanza ed entriamo nelle questioni politiche che questo intervento del premier ci permette di esaminare. Innanzitutto, Carlo Calenda si dimostra oppositore atipico e fantasioso della maggioranza di centrodestra. Atipico perché le sue posizioni sono oggettivamente inconciliabili tanto con quelle del Movimento Cinque stelle, quanto con quelle del Partito Democratico a trazione Schlein, per l'evidente impossibilità di un «liberal» come lui di tratteggiare una strategia in comune con una sinistra radicale profondamente orgogliosa della propria natura (e quindi incompatibile con un approccio moderato e liberale). Fantasioso perché capace di un gesto «antico» ma anche di intelligente proiezione futura, vale a dire portare il premier avversario (che tale rimane) nella propria casa politica, interrompendo una perversa tradizione ormai da anni consolidata, cioè quella della incomunicabilità tra forze di maggioranza e di opposizione. Poi c'è Giorgia Meloni, con la sua lunga storia di leader di opposizione (2011-2022). Ma non solo: con la sua storia di opposizione radicale e senza sconti, espressione di una destra italiana che si è tenuta alla larga dai governi di più o meno grande coalizione (Gentiloni, Conte bis, Draghi) e, persino, dalle convergenze sul voto parlamentare per le elezioni del capo dello Stato (Mattarella bis). Insomma, una storia politica senza sconti quella della Meloni, che però, arrivata a Palazzo Chigi, coglie il senso del nuovo ruolo che le compete, un ruolo in cui c'è motivo per un gesto come quello di ieri: prendere la parola in una manifestazione politica di opposizione. Sono prove tecniche di un allargamento della maggioranza (tema che sta appassionando gli amanti delle dietrologie)? No, ma Meloni è felice del fatto che molti possono pensarlo, perché così si rende un po' meno condizionabile la sua leadership. Sono tentativi di Calenda (e magari qualcun altro, penso all'area moderata del Pd) di avvicinarsi al governo? No, ma Calenda è felice del fatto che molti possano pensarlo, perché così si rimette al centro del ring. Nei giorni in cui Renzi sceglie la linea dura dello scontro frontale con Meloni (con tanto di libro), il suo ex compagno di strada fa l'esatto contrario: è proprio evidente che non potevano stare insieme. Ma stavolta è Calenda che ha fatto una mossa a sorpresa e, tutto sommato, gli è pure riuscita.
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