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Piantedosi: "Così garantiamo la sicurezza. Mi sfugge come lo sciopero aiuti la pace in Medio Oriente"
Oggi 03-10-25, 08:11
Cortei, assalti alle stazioni e scioperi che minacciano di bloccare l'Italia. Queste, per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, sono ore di grande attenzione e impegno. Ministro, è preoccupato per i cortei e le manifestazioni improvvise come quella di mercoledì sera a Roma? «Sono "pre-occupato" solo nel senso che, credo doverosamente, con le varie articolazioni del Viminale stiamo affrontando questa fase complessa, cercando di prevedere tutto quello che può succedere al solo fine di preservare la sicurezza dei cittadini, senza per questo cedere all'allarmismo». Come si gestiscono? «Con la professionalità e l'equilibrio che contraddistinguono le nostre forze di polizia. Il diritto di manifestare liberamente, a prescindere dalle motivazioni per cui si manifesta, è una conquista della nostra società che le forze dell'ordine garantiscono ogni giorno. Ecco perché abbiamo tutto l'interesse a far sì che ogni evento si svolga senza alcuna criticità. Anche perché gli uomini e le donne in divisa sono le prime vittime delle condotte violente. E a loro voglio rinnovare il mio profondo ringraziamento». Teme si possano ripetere fatti come quelli di una settimana fa a Milano con agenti feriti? «L'assalto alla Stazione centrale di Milano ha rappresentato un fatto gravissimo. È stato evidente che chi lo ha posto in essere non aveva per nulla a cuore i temi della pace in medio oriente. Soltanto grazie al pronto ed efficace intervento delle forze di polizia si sono evitati danni e guai peggiori. Confido che nessuno ritenti simili imprese o ne sia compiaciuto». La Cgil ha indetto uno sciopero generale. Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, in questo caso però è indetto contro il governo perché non avrebbe protetto Flotilla da Israele. Cosa ne pensa? «Sfugge anche a me l'utilità che questo sciopero generale possa avere come contributo alla pacificazione del medio oriente. Rischia di apparire una strumentalizzazione in chiave politica interna della tragedia in corso a Gaza. Il nostro Governo non solo non ha alcuna responsabilità per quanto sta avvenendo a Gaza e più in generale per il conflitto arabo-israeliano, ma l'Italia oggi si sta distinguendo nell'assistenza e nell'accoglienza dei palestinesi molto più di altri Paesi. La mozione presentata dalla maggioranza è approvata in Parlamento, con l'astensione delle opposizioni, credo sia l'ulteriore riprova di quanto abbiamo a cuore la pacificazione di quel territorio martoriato». Lei ha incontrato i prefetti delle maggiori città. Cosa avete deciso? «La linea è quella dell'equilibrata ponderazione delle situazioni che potrebbero venirsi a creare. La forza pubblica deve essere esercitata con lo scopo di tutelare la sicurezza dei cittadini e la libertà di chiunque». Sabato a Roma è previsto un grande corteo pro Pal. Avete sentore che ci possano essere disordini? «Voglio essere fiducioso sul fatto che i manifestanti mantengano un comportamento rispettoso delle regole di convivenza civile. Chi in buona fede scende in piazza per la pace e per la fine delle sofferenze non può abbandonarsi ad aggressioni e disordini. Viceversa sarebbe del tutto evidente il disinteresse verso la tragedia di Gaza da parte di chi con condotte violente in tal modo dimostrerebbe di essere in piazza con il solo pretesto di creare problemi». Università e licei occupati sono il cuore della protesta... «Il protagonismo dei giovani e il loro interesse su temi importanti sono sempre una possibile risorsa per la società. Mi preoccuperebbe più una fase di disimpegno civile dei nostri ragazzi. Tuttavia, mi pare dubbio che l'occupazione di luoghi che sono deputati alla libera e critica formazione del pensiero e del sapere possa essere utile a una nobile causa come la pace. Più in particolare, non si capisce in che modo il blocco delle lezioni possa alleviare le sofferenze dei palestinesi». Cosa ne pensa di parlamentari delle opposizioni, con conferenze anche alla Camera, che supportano le iniziative "blocchiamo tutto"? «Premetto che possiamo essere soddisfatti del fatto che negli ultimi tempi sono sostanzialmente scomparse le motivazioni ricorrenti nel passato per avviare stagioni di proteste, come pure qualcuno tempo fa aveva auspicato. E questo probabilmente perché il nostro Paese sta vivendo una positiva situazione economica e sociale, con tanto di record storico di occupati, bassi spread, conti pubblici in ordine, boom del turismo. Forse per questo qualcuno ha deciso di puntare sulle immagini dolorosissime provenienti da Gaza, cercando di addebitare al Governo Meloni una tragedia tanto dolorosa quanto oggettivamente lontana da qualsiasi responsabilità dell'Italia? Bloccare l'Italia può condizionare le condotte militari di Israele? Bloccare l'Italia può alleviare le sofferenze dei civili palestinesi?». Le risultano legami tra la galassia pro Pal in Italia e Hamas come Il Tempo ha riportato negli ultimi mesi? «Mi consenta di dire che temi come questo sono oggetto di analisi da parte delle strutture specialistiche del Viminale e non devono essere oggetto di dichiarazioni pubbliche del ministro di turno. Spesso i movimenti di protesta rischiano di prendere la forma di galassie variegate che vanno tenute sotto attenzione. Su questo tipo di analisi e sulla prevenzione di ogni forma di degenerazione siamo tra i primi al mondo». Alcuni esponenti di spicco di Flotilla hanno intrattenuto rapporti con membri di spicco di Hamas. È davvero una missione senza ombre? «È una missione che, priva di alcuni aspetti chiaramente strumentali, avrebbe potuto dare un concreto contributo anche solo simbolico in favore della pace in medio oriente. Restano un mistero le motivazioni che hanno spinto a rifiutare l'appello rivolto dal Presidente della Repubblica affinché fosse accettata la mediazione della Chiesa per far in modo che gli aiuti arrivassero a reale destinazione». Un suo collega di governo ha parlato di clima da Br. Siamo davvero a questo punto? «Il collega ha indicato un teorico ma sempre possibile rischio fondato su elementi che riguardano la nostra storia. Non voleva certo indicare una situazione già concreta e attuale. Dobbiamo evitare che chiunque possa cogliere l'occasione del dibattito acceso sui temi dell'attualità per vivere la suggestione di innalzare il livello di conflittualità nelle piazze e nella società».
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