s

Preghiere islamiche di massa, statue di Gesù oscurate e donne nei recinti
Oggi 07-06-25, 07:37
È caos totale in Italia per l'Eid al-Kabir, la "festa del sacrificio di Abramo" che i musulmani hanno celebrato in diverse città, occupando anche spazi ecclesiastici. Sembra un déjà vu che ci riporta alle immagini della festa di fine Ramadan in cui le nostre città avevano assunto le sembianze della Mecca. Ebbene, il caso più clamoroso c'è stato a Monfalcone, dove ieri mattina quattromila fedeli hanno raggiunto il Santuario della Marcellina (area parrocchiale) compiendo un gesto che sta indignando la comunità cattolica: hanno coperto la statua di Gesù con un telo mentre loro erano riuniti in preghiera. A denunciare la situazione è l'europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint: «Lo schema è quello della sottomissione (difatti tra i migliaia di musulami non si contava neanche una donna), dell'imposizione e della prevaricazione». Poi l'affondo alla sinistra, spesso presente a queste celebrazioni, che «pare più interessata ai voti che a garantire il rispetto della nostra cultura». Il tutto sta generando trai cittadini italiani il timore che la religione islamica possa prendere il sopravvento sulle nostre radici cristiane, così come sottolinea la deputata di FdI Augusta Montaruli: «Questa non è integrazione ma il suo fallimento. Non possiamo accettare la negazione dei valori, anche cristiani, con gesti che rappresentano una sopraffazione a cui non possiamo cedere». Episodi che si sono registrati in tutta Italia: a Roma, così come a Mestre, abbiamo visto scene che mostrano le donne velate, separate dagli uomini e confinate in aree delimitate da tendoni che formavano un vero e proprio recinto così da escluderle dalla preghiera collettiva. Il tutto nel silenzio di chi dovrebbe difendere i diritti delle donne. È accaduto sia in piazza Re di Roma che in Piazza Vittorio Emanuele II e a denunciare la situazione è la vice del partito di Matteo Salvini, Silvia Sardone: «Uno scenario che si ripete e rivela la scarsa considerazione delle donne in molte comunità islamiche. Questa è la realtà di migliaia di ragazze musulmane, spesso ignorata da istituzioni e opinione pubblica. Vogliamo aprire gli occhi su comportamenti che contrastano con i nostri valori e con le conquiste dei diritti femminili? Anche a Monfalcone c'è stato un episodio di inaccettabile arroganza. Nascondere i nostri simboli è l'ennesimo segnalo di non rispetto per il nostro Paese». Un tema su cui è intervenuto anche il consigliere capitolino della Lega, Fabrizio Santori: «Immagini sconcertanti che sembrano uscite dal Medioevo e che invece accadono oggi, nel cuore della Capitale, con la complicità di un'amministrazione che predica integrazione ma accetta in silenzio modelli culturali che negano la parità tra uomo e donna e violano apertamente i principi fondamentali della nostra Costituzione». Ma i problemi non si sono registrati solo in queste città: a Prato erano in circa ottocento, ospitati dal Centro islamico bengalese nel piazzale interno della chiesa San Domenico con il permesso della Diocesi. Un fatto che lascia basite le eurodeputate leghiste Susanna Ceccardi e Silvia Sardone, che sottolineano come «difendere la nostra identità non significa discriminare, ma preservare ciò che siamo». È forse un'integrazione rovesciata? Incirca 20.000 si sono radunati a Torino al parco Dora, a Forlì erano in 5.000, mentre a Trieste, prima della preghiera, hanno rivolto un pensiero al popolo palestinese.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0