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Putin sale sulla limousine di Trump. "Difficile che...": cosa filtra sulla scelta insolita
Oggi 16-08-25, 08:58
Il vertice "storico" di Anchorage, quello tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin, è nato e si è sviluppato in modo in atteso. Mentre la conclusione interlocutoria era stata prevista (manca, in effetti, un accordo preciso e dettagliato per il cessate il fuoco in Ucraina), a destare stupore sono stati alcuni aspetti del suo svolgimento, costellato di cambi di programma e scelte inusuali. Una su tutte: il capo del Cremlino, una volta atterrato in Alaska, ha raggiunto il luogo dei negoziati a bordo della "The Beast", la limousine del tycoon repubblicano. Cortesia o strategia? Non sono poche le voci secondo cui Putin avrebbe accettato il passaggio per scongiurare un attentato. Secondo alcune interpretazioni, ossessionato da possibili complotti ucraini per ucciderlo, il presidente della Russia ha preferito sedere a fianco di Trump, su un'auto che molto difficilmente i servizi di Kiev avrebbero fatto saltare in aria. Non solo. Il breve viaggio di 10 minuti è sembrato svolgersi in un'atmosfera amichevole, "intima", azzarda la stampa russa. È questo l'unico momento, a quanto sappiamo, in cui i due presidenti sono rimasti da soli e in cui probabilmente hanno avuto modo di parlare in maniera schietta dei dossier più scottanti. "L'incontro è stato preparato in fretta ed è risultato evidente non solo dalla dubbia organizzazione (i diplomatici russi arrivati da Washington hanno dovuto dormire allo stadio), ma anche dal caos della parte ospitante", scrive uno dei quotidiani russi più diffusi, il Moskovsky Komsomolets. Fino all'ultimo, in effetti, è sembrata lontana un'intesa definitiva su chi avrebbe accolto il leader russo sulla pista di atterraggio della base Elmendorf-Richardson, in che formato si sarebbe svolto il primo round di colloqui e quale sarebbe stata la composizione della delegazione statunitense al tavolo. Il Cremlino aveva annunciato che la prima parte dell'incontro sarebbe coincisa con un faccia a faccia, ma la Casa Bianca ha comunicato che i colloqui si sarebbero svolti nel formato 'tre a tre', scegliendo quindi di non lasciare soli i presidenti. Ai due leader si sono uniti infatti il segretario di Stato Marco Rubio e l'inviato speciale Steve Witkoff da parte americana, il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov e il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, da parte russa. Sia Mosca che Washington avevano preventivato che il summit in totale sarebbe durato sei o sette ore, ma alla fine non si sono superate le tre ore e dopo i colloqui 'tre a tre' è stata cancellata la parte del formato allargato e della colazione di lavoro. La conferenza stampa congiunta, annunciata alla vigilia dell'evento da entrambe le parti, si è trasformata in semplici dichiarazioni dei leader, senza possibilità di domande da parte dei giornalisti (a cui sembra ne fossero già state promesse cinque per parte). Una scelta insolita sia per Putin che per Trump, ma probabilmente scaturita dal fatto che un accordo per mettere un punto alle ostilità tra Russia e Ucraina ancora non c'è.
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