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Quel doppio binario di von der Leyen che serve solo alla sopravvivenza personale
14-07-2025, 11:05
Ursula von der Leyen si muove con furbizia, ma ormai è evidente che le interessa solo la sua sopravvivenza politica. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte tende la mano a Donald Trump - sapendo che le destre europee sono in forte ascesa. Dall'altra promette contromisure «robuste» contro le scelte dell'amministrazione americana, per compiacere sinistre e popolari che restano diffidenti verso il Presidente Maga. Una furbizia calcolata, ma che soprattutto evita l'unica vera operazione verità che servirebbe all'Europa: riconoscere i gravi errori accumulati negli ultimi dieci anni. Sbagliata l'Europa che ha accettato di dipendere dal gas russo, assecondando le scelte tedesche e la follia della chiusura delle centrali nucleari. Il risveglio è stato drammatico, aggravato da una strategia «green» che ha trasformato la dipendenza energetica da Mosca in dipendenza tecnologica da Pechino: batterie, pannelli solari, terre rare, filiere strategiche essenziali. Sbagliata l'Europa che ha scommesso tutto sulle esportazioni, senza mai costruire una vera domanda interna (anzi facendo di tutto per deprimerla). Possibile che gli Stati Uniti debbano essere gli unici a importare mentre Europa, Cina, India, tigri asiatiche, Messico e Sud America si accapigliano per vendere lì, senza pensare a creare consumatori a casa propria e senza strategie per la crescita domestica? Sbagliata l'Europa che resta ossessionata dalla stabilità dei conti pubblici, accettando il diktat tedesco mentre il mercato interno soffre e si impoverisce. Da quanto tempo si parla, senza risultati concreti, di debito pubblico europeo, visto che la moneta è unica? Sbagliata l'Europa che si agita sui diritti civili: siamo il continente in cui sono già più tutelati che altrove, mentre il problema oggi è la competitività industriale e produttiva, il lavoro che manca e la fuga di talenti. Sbagliata l'Europa che impone regole su regole, diventate dazi impliciti, come ha spiegato Mario Draghi: una giungla burocratica che penalizza le nostre imprese, soffoca l'iniziativa privata, frena l'innovazione e allontana gli investimenti. Sbagliata l'Europa sul dossier immigrazione: finge di gestire i flussi quando in realtà sta importando Islam radicale e lo finanzia pure, con leggerezza sconcertante e senza alcun controllo politico effettivo. Servirebbe il coraggio di dire: abbiamo sbagliato, mille volte sbagliato. E dovrebbe essere proprio von der Leyen - che ha guidato questa stagione con la retorica dei «valori» e la prassi dell'ipocrisia - ad assumersene la responsabilità, guardando in faccia l'opinione pubblica europea. Invece no: preferisce giocare di sponda con Trump, blandire i suoi avversari europei e continuare il balletto delle promesse contraddittorie e delle mezze verità. Ancora una volta, la sopravvivenza personale prima di tutto.
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