s

Scandalo Sant'Alessio, quel patrimonio abbandonato dell'Istituto per ciechi
Oggi 25-05-25, 09:01
Una serie di immobili nel cuore della Capitale, destinati ai non vedenti e del tutto abbandonati. O peggio, occupati da privilegiati che non pagano nulla. Queste case sono di proprietà del Sant'Alessio, l'ospedale pubblico che si occupa delle attività riabilitative per ciechi che, nonostante sia l'Asp più ricca del Lazio con il suo patrimonio immobiliare da 240 milioni di euro, non solo non riuscirebbe a ricavare alcun profitto, ma a causa di una gestione fallimentare avrebbe accumulato, negli anni, un debito di quasi 24 milioni. Una situazione che si starebbe ripercuotendo, in termini di scarsità di servizi e assistenza, sulle famiglie dei piccoli disabili, le quali hanno inviato una lettera aperta al direttore generale e alla Regione lamentando «assistenza a singhiozzo e spese pazze». E si sono rivolte a Le Iene, il programma di Italia1. «Che fine ha fatto il ricco patrimonio dei ciechi?», si è chiesto l'inviato Giulio Golia, che ha incontrato i genitori dei bimbi, preoccupati per i figli. Quelle preoccupazioni l'inviato le ha recapitate al direttore generale del Sant'Alessio, Massimo Canu, il quale ha delineato la grave situazione in cui si trova l'Asp. «Noi abbiamo buchi di bilancio e la necessità disperata di efficientare il possibile», ha detto, garantendo che avrebbe convocato i genitori per manifestare la reale situazione in cui versa l'Istituto per ipovedenti, che negli anni avrebbe accumulato, grazie alle donazioni testamentarie, l'enorme numero di case, alcune delle quali, soprattutto quelle in periferia, sono abitate da famiglie con disabili visivi che pagano un canone d'affitto calmierato. «Il Sant'Alessio è l'Asp più ricca dal punto di vista del patrimonio immobiliare nel Lazio», ha sottolineato il direttore generale. E lo dimostra il fatto che, oltre agli appartamenti «popolari» affidati ai ciechi, il Sant'Alessio possiede palazzi storici nel centro di Roma che dovrebbero portare soldi nelle casse dell'Istituto, per migliorare i servizi per i non vedenti, e che invece non producono nulla. A confermarlo è stato lo stesso dg Canu, che ha tracciato la gestione fallimentare che ha portato il Sant'Alessio nella situazione attuale. Tutto inizia nel 2017, quando il patrimonio fu inserito nel Fondo Sant'Alessio, appositamente costituito, la cui gestione era stata affidata alla Sorgente Sgr, la società di risparmi guidata dall'imprenditore Valter Mainetti, l'editore de Il Foglio e presidente di Condotte, finito sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta lo scorso anno, accusato dalla Procura di Roma di aver creato società di comodo in cui dirottare le perdite di Enasarco ai danni della Siae. Ebbene Sorgente avrebbe dovuto valorizzare tutti gli immobili del Sant'Alessio e, invece, non avrebbe nemmeno provveduto alla manutenzione delle case dei ciechi. Oggi, ha documentato Goria, in alcuni palazzi del centro ci sarebbe un business, l'attività di B&B presumibilmente gestite da due società diverse, che in alta stagione guadagnerebbero ben 240 euro a notte. E ancora: una palazzina cielo terra a piazza Campitelli, di cui tre piani, su carta liberi, sarebbero occupati da «amici degli amici» che non pagano nulla. Le telecamere de Le Iene mostrano un altro palazzo a via Margutta, senza manutenzione da così tanti anni da essere andato in malora. Li, sostengono i dirigenti del Sant'Alessio, avrebbero vissuto parlamentari a scrocco, una delle quali sarebbe addirittura andata via lasciando un insoluto da 250mila euro. Insomma, una gestione folle che avrebbe portato al commissariamento e a un danno patrimoniale, stimato in 15 milioni di euro. E oltre al danno la beffa: perché oggi il Sant'Alessio ha un debito con la società di gestione per 24 milioni.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Il Tempo
11:40
"Saltati i mantelli". Cosa rende i droni di Kiev così letali
Il Tempo
11:04