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Schlein è quasi cotta: la ricetta al Nazareno è sempre la stessa
17-02-2025, 14:28
Che aria tira al Nazareno? Direi la solita, il che tradizionalmente significa «cuocere a fuoco lento il segretario». Nelle ultime settimane infatti diversi accadimenti portano a pensare che qualcosa potrebbe cambiare prima delle prossime elezioni politiche, quelle in cui le opposizioni tenteranno di battere Giorgia Meloni e la sua coalizione. Ciò è vero innanzitutto per un motivo di carattere internazionale, perché appare ormai chiaro a tutti che il mix di ideologia «Green» ed esagerata attenzione ai temi dei diritti civili e dell'identità di genere stanno riservando batoste elettorali a tutte le latitudini, come si vedrà a breve con il voto tedesco della settimana che oggi comincia. Se poi a tutto questo aggiungiamo l'insofferenza sempre più forte di gran parte dell'opinione pubblica verso una gestione «morbida» dell'immigrazione, ecco che esce il ritratto perfetto di una sinistra più adatta a perdere che a vincere: esattamente l'accusa che molti nel PD muovono (off the records) a Elly Schlein. D'altronde, se pensiamo che il laburista Starmer a Londra, per recuperare qualcosa nei sondaggi, dispone il rimpatrio dei clandestini in favore di telecamera, ecco chiarito quanto è «perdente» la posizione da «volemose bene» tanto a cara alla sinistra che piace alla Schlein (e cui piace la Schlein). Ma non c'è solo il ciclone Trump a rendere l'attuale linea del Nazareno scarsamente adatta alla vittoria. C'è un serio problema a sud, dove con un Governatore «peso massimo» come De Luca volano parole grosse un giorno si e l'altro pure. Ma ce n'è uno altrettanto serio a nord, visto che il sindaco di Milano Sala ricorda che da anni e anni la sinistra non vince una competizione regionale sopra il Po (dove, per inciso, si fa la gran parte del PIL nazionale). Poi c'è un mondo cattolico in ebollizione, con l'iniziativa di Del Rio e il passo avanti di Ruffini. È per il PD tutto quanto si va immaginando da quelle parti oppure no? O meglio, è per «questo» PD o per un altro che si lavora, dove il cambiamento non può essere solo programmatico ma anche di leadership? E che dire poi di tutti quei «colonnelli» che erano dalla parte di Bonaccini e che da allora fanno buon visto a cattiva sorte, sperando però di dover discutere con qualcun altro la formazione delle liste nel 2027? Elly Schlein ha dimostrato carattere e determinazione, ma non si è ancora intestata un'idea di nazione spendibile, né una chiave definitiva per interpretare la coalizione che verrà: infatti Conte e AVS tendono ad andare per conto loro su molti argomenti. Il PD nasce nel 2007, in 17 anni ha cambiato dieci segretari (Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani, Renzi, Orfini, Martina, Zingaretti, Letta, Schlein), qualcosa vorrà pur dire.
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