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"Sempio si poggiò alla parete delle scale per vedere il corpo": l'ipotesi dei pm
29-05-2025, 07:57
Andrea Sempio non avrebbe mai sceso le scale di casa Poggi. Ma si sarebbe appoggiato alla parete dalla parte alta della scala, imprimendo con pressione quell'impronta «33» sul muro della cantina, proprio nel punto in cui era stato abbandonato esanime il cadavere di Chiara Poggi. Per gli inquirenti sarebbe questa la dinamica e la valutazione di quell'impronta, che si collocherebbe nelle fasi del delitto di Garlasco, visto che «è logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino», scrivono i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano nella relazione alla base della nuova inchiesta, che vede Sempio indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007, in concorso con altre persone. Sebbene il 37enne amico di Marco Poggi sostenga che lui frequentava la villetta e che è normale che ci siano le sue impronte in giro, per la Procura di Pavia, retta da Fabio Napoleone, la posizione innaturale di quella manata, troppo orizzontale e troppo in alto per l'altezza di Sempio, non può essere una traccia latente, impressa dall'indagato mentre scendeva le scale. La dinamica di quell'azione, tra l'altro, è compatibile col fatto che, come accertato dalle precedenti indagini che hanno portato al processo e alla condanna di Alberto Stasi, non sono state trovate impronte insanguinate di scarpe dell'assassino sui gradini verso il basso, fino al fondo delle scale dove il corpo di Chiara è scivolato. Ora questa ricostruzione dell'accusa, delineata a seguito della consulenza tecnica che ha attribuito con 15 minuzie la compatibilità dell'impronta con il palmo della mano destra di Sempio, dovrà passare al vaglio degli accertamenti tecnici di ricostruzione completa della scena del crimine, tra i quali anche le analisi per le tracce ematiche sul campione di intonaco grattato dalla parete. D'altronde quella «papillare 33», secondo l'analisi degli investigatori, già all'epoca e in considerazione di tutti gli esami effettuati alla ricerca di tracce di sangue era ritenuta l'impronta del killer. Che avrebbe potuto essere stata lasciata in quel punto solo appoggiando la mano dalla cima delle scale, o scendendo al massimo un solo gradino. Anche perché è lì che c'è l'orma nel sangue della suola a pallini, attribuita a Stasi e a una sua scarpa Frau numero 42. I pm hanno disposto una nuova consulenza pure sull'impronta della scarpa che, per la difesa di Stasi, potrebbe essere anche di un 44. Gli inquirenti lavorano infine a una rilettura di tutte le orme lasciate sulla scena del crimi.
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