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Siria nel caos: è strage di alawiti. Il presidente ad interim: "Arrendetevi"
09-03-2025, 09:54
La Siria è ripiombata nella violenza e ha vissuto ieri la giornata più sanguinosa dall'inizio dell'offensiva governativa contro i gruppi lealisti all'ex presidente Bashar al Assad. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), infatti, almeno 385 persone sono state uccise l'8 marzo, con esecuzioni sommarie, attacchi mirati e violenze diffuse in tutto il Paese. Dopo mesi di apparente stabilità, successiva alla caduta del regime di al Assad, le forze di sicurezza fedeli al nuovo presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, secondo quanto riferito dai Sohr (che ha parlato di vere e proprie "esecuzioni nella storica roccaforte dell'ex presidente), avrebbero giustiziato centinaia di alawiti, minoranza a cui appartiene anche Assad, nella provincia costiera di Latakia. Al-Sharaa, che a capo di fazioni armate guidate dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham ha rovesciato Assad, ha invitato gli alawiti, contro i quali le autorità affermano di condurre operazioni di sicurezza, ad arrendersi "prima che sia troppo tardi". "Avete attaccato tutti i siriani e commesso un errore imperdonabile. Abbandonate le armi e arrendetevi prima che sia troppo tardi", ha scritto in un post su Telegram. Una fonte del ministero dell'Interno, dal canto suo, ha riferito all'agenzia di stampa ufficiale Sana che si sono verificate "violazioni individuali" sulla costa siriana e ha promesso di mettervi fine. L'allarme è arrivato dall'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, che si è detto "profondamente preoccupato" per le notizie e ha invitato tutte le parti ad "astenersi da azioni che potrebbero ulteriormente infiammare le tensioni, intensificare il conflitto, esacerbare la sofferenza delle comunità colpite, destabilizzare la Siria e mettere a repentaglio una transizione politica credibile e inclusiva". Turchia e Russia hanno avvertito che lo spargimento di sangue, risultato il più spaventoso dalla caduta di Assad, minaccia la stabilità dell'intera regione. La Germania ha esortato la Siria a evitare una "spirale di violenza" e "grande preoccupazione" è stata espressa dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei, che ha condannato con fermezza "la violenza e lo spargimento di sangue di civili innocenti", avvertendo che tale instabilità costituisce un'opportunità "per attori terzi, in particolare il regime israeliano, di sfruttare la crisi ed alimentare ulteriori disordini nella regione".
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