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Stop alla narrazione di Hamas che mette alla gogna Israele per annichilirci
Oggi 02-09-25, 09:20
Le chiacchiere stanno a zero. L'informazione “globale” si piega sistematicamente alla propaganda di Hamas, ingoiando narrazioni distorte. Ne è prova l'ultima iniziativa di organizzazioni come Avaaz e Reporter Senza Frontiere che si proclamano paladine della libertà di stampa ma spingono una versione faziosa, accusando Israele di crimini contro «giornalisti» spesso affiliati a Hamas o suoi megafoni. La realtà è opposta: i media mondiali amplificano le bugie di Hamas, come dimostrano correzioni tardive e casi concreti, specie nelle immagini “posate” di disperazione ai punti di raccolta degli aiuti alimentari. Prendiamo la BBC, icona del giornalismo. Nei primi mesi della guerra ha violato le sue linee guida oltre 1.553 volte, con errori che dipingono Israele come il cattivo (attenzione, perché il numero non è buttato lì a caso). L'esempio più clamoroso è l'esplosione all'ospedale Al-Ahli di Gaza. La BBC, citando fonti di Hamas, ha attribuito l'attacco a un razzo israeliano. Il racconto ha infiammato il mondo, ma era un missile palestinese, probabilmente della Jihad Islamica. La correzione? Tardiva, dopo che la narrazione anti-Israele era già virale. Un altro esempio lampante è la manipolazione delle immagini ai punti di raccolta degli aiuti alimentari. Foto di disperazione sono state diffuse da media globali come prove della «crudeltà israeliana». Ma scatti più ampi, circolati su X, rivelano la messinscena: registi e fotografi che istruiscono i soggetti su come posare, con espressioni esagerate di dolore. Un caso noto è del 2025 a Rafah: immagini di una ressa caotica per aiuti, attribuita a un attacco israeliano, si sono rivelate orchestrate. Scatti da lontano mostrano operatori che dirigono la folla per ottenere l'effetto drammatico, con persone posizionate ad arte per enfatizzare il caos. Queste foto, inizialmente pubblicate da Al Jazeera e riprese da altri, sono state smentite quando video più ampi hanno mostrato la regia dietro la «disperazione». Non solo. Un video di «combattenti palestinesi» che abbattono un elicottero israeliano? Pura finzione: un clip dal videogioco Arma 3, condiviso su X con milioni di visualizzazioni. Foto di «bambini massacrati» a Gaza? Immagini riciclate da conflitti siriani del 2013, usate per incolpare Israele. Il Ministero della Salute di Hamas sbandiera 40mila morti, senza distinguere tra civili e terroristi, e i media riportano senza verifica. E poi Pallywood: video di “crisis actors” che fingono ferite, come l'uomo “morto” che si rialza al suono di una sirena. Nel 2024, la notizia di “esecuzioni sommarie” israeliane a Gaza, basata su testimonianze di Hamas, è stata smentita per mancanza di prove. Avaaz e RSF alimentano il fuoco, con campagne su “giornalisti uccisi da Israele” che omettono affiliazioni a Hamas. Ogni persona libera, dunque, ha un solo dovere:opporsi a questa narrazione a senso unico che punta ad annichilire l'Occidente mettendo alla gogna Israele e salvando Hamas.
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