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"Su armi e sanità siete incoerenti": Meloni smaschera Schlein e Conte
15-05-2025, 09:56
Il conflitto israelo-palestinese, le spese per la difesa e quelle per la sanità sono solo alcuni dei temi su cui le opposizioni hanno formulato i loro quesiti alla premier durante il question time alla Camera di ieri. Ad aprire le danze è il gruppo di Avs, fra i banchi dei rossoverdi siede Marco Grimaldi con tanto di kefiah al collo. E non è un caso che quando Angelo Bonelli prende la parola è proprio per incalzare la premier sul conflitto israelo-palestinese. «Non ha avuto il coraggio di condannare i fatti criminali che stanno accadendo» a Gaza. «Ma lei da madre come si sente a vedere uccisi 18.000 bambini?» chiede il deputato Avs. Meloni replica ricordando come «l'Italia ha svolto un ruolo di primo piano per dare assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza». Rivela che durante i suoi colloqui con Netanyahu non ha «condiviso diverse scelte», per poi specificare che «non è Israele ad aver iniziato le ostilità» e che non ha intenzione di «richiamare l'ambasciatore italiano». L'aria in Aula è elettrica fin da subito, i primi «buuu» dai banchi delle opposizioni iniziano ad arrivare fin da subito, durante la prima risposta di Meloni che dice di «voler parlare da madre». E così alle rimostranze della minoranza corregge il tiro «allora parlo da presidente del Consiglio». In questa atmosfera la premier, seduta fra i ministri Ciriani e Giorgetti, cerca di rimanere impassibile. Tant'è che quando Bonelli interrompe il suo intervento per dirle «è inutile che fa i gesti», lei fa spallucce e gli risponde «nessun gesto». Non abbandona la sedia nemmeno quando Giuseppe Conte chiede all'Aula di alzarsi in piedi per condannare «lo sterminio di donne, bambini, giornalisti e di tutte le vittime civili di Gaza», lei decide di rimanere seduta e dai banchi dei pentastellati si leva il grido «vergogna». Poi prende la parola per la replica. «Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri» quando «ha sottoscritto un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro». O quando «avete creato un fondo da 12 miliardi e mezzo per ammodernare la difesa che poi avete votato per portare fino a 25 miliardi di euro. Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni». Una stoccata che Conte definisce «fanciullesca» accusando la premier di «buttarla sempre in caciara». Meloni non si scompone neanche quando Maria Elena Boschi le dice «da donna» che «non è all'altezza!» di fare la premier, tra gli applausi di Italia viva e dei deputati del Pd. Riesce anche a divertirsi quando il segretario di +Europa Riccardo Magi irrompe in Aula vestito da fantasma per protestare contro il governo reo di non sponsorizzare i referendum dell'8 e 9 giugno: «Se lo ricorda presidente Meloni quando accusava i governi di silenziare i referendum? Era il 2016 e il 2022!». È un attimo, e ritorna la calma. Ma quando Schlein la attacca sulle spese sanitarie Meloni perde tutto l'aplomb, scuote la testa, fa no col dito, le grida: «Non è vero. Non è vero, è una bugia!». Mentre la segretaria dem la incalza mostrandole un grafico sull'aumento delle spese sanitarie per gli italiani, «il 10% in più» con il governo della destra: «È una vera e propria tassa Meloni. Curarsi è diventato un lusso. Siamo la Repubblica delle liste d'attesa, mentre tra i vostri c'è chi ci guadagna con le sue cliniche private». La premier, durante la replica, le ricorda che l'ultimo Piano sanitario nazionale è stato «scritto nel 2011, era un governo di centrodestra, siete stati al governo 10 anni e non avete non avete mai scritto un Piano sanitario nazionale e oggi ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità? Spero che la gente capisca il gioco che si sta portando avanti». Poi lancia un assist alle opposizioni: «Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale, speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano invece che stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e magari potete risalire nei sondaggi».
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