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Torre dei Conti, il sottosegretario Prisco: "Ribadisce la necessità di pianificare le emergenze nei centri storici"
Oggi 13-11-25, 20:19
Sottosegretario, l'intervento dei Vigili del Fuoco alla Torre dei Conti è stato complesso e delicato… Quali lezioni avete tratto per migliorare la sicurezza e la gestione delle emergenze sui beni monumentali? "L'intervento alla Torre dei Conti, nel cuore di Roma, è stato uno dei più complessi e delicati degli ultimi anni: un crollo in due tempi, nel pieno centro storico della Capitale, in un contesto monumentale di straordinario valore, con più persone intrappolate sotto le macerie. I Vigili del Fuoco del Comando di Roma sono stati impegnati con la costante presenza sul posto delle autorità politiche e civili e con l'attenzione degli organi di informazione nazionali e internazionali. Per molte ore, centoquaranta Vigili del Fuoco, coordinati dal Comandante provinciale De Acutis – tra cui squadre USAR, SAF, unità cinofile e operatori con droni e mezzi speciali movimento terra – hanno lavorato senza sosta monitorando la stabilità dell'edificio per tenere sotto controllo condizioni di rischio estremo, riuscendo a mettere in salvo tre lavoratori nell'immediato e tentando, fino all'ultimo, di salvare anche l'operaio rimasto intrappolato. È stato estratto vivo, dopo undici ore di incessante lavoro, ma purtroppo è poi deceduto in ospedale. Un intervento che ha mostrato, insieme, la professionalità, la tenacia e l'umanità profonda delle donne e degli uomini del Corpo dei Vigili del Fuoco, che ringrazio per non aver mai mollato. Da un punto di vista operativo, l'evento richiama, una volta di più, l'importanza di rafforzare la pianificazione delle emergenze anche nei siti storici, potenziando le mappe strutturali, i protocolli di accesso e la formazione specifica per gli interventi su edifici vincolati. A questo scopo stiamo consolidando il rapporto di collaborazione istituzionale tra il Ministero dell'Interno e quello dei Beni culturali". Quanto accaduto ci ricorda che la tutela del patrimonio culturale è parte integrante della sicurezza nazionale: salvare un monumento significa proteggere una parte della nostra identità collettiva. "Nei vostri interventi di riqualificazione urbana, come bilanciate innovazione e rispetto della Storia e del contesto sociale? La riqualificazione urbana è una competenza dei territori, alla quale il Ministero dell'Interno e il Governo partecipano attraverso risorse statali e fondi europei, come il PNRR. Si tratta di un processo strategico non solo per il recupero e il riuso degli spazi — anche con l'impiego delle tecnologie più innovative — ma soprattutto per la rigenerazione sociale. Una riqualificazione efficace non può prescindere dal coinvolgimento diretto dei cittadini, che tornano a vivere e valorizzare i luoghi della propria comunità, restituendoli alla collettività e superando situazioni di degrado urbano. Il degrado, infatti, è spesso la precondizione per molte forme di insicurezza, e purtroppo proprio la Capitale ne offre esempi evidenti. Come ricordava Rudy Giuliani con la teoria delle “broken windows”, la cura dello spazio pubblico, anche nei dettagli, è il primo passo per ristabilire ordine, sicurezza e fiducia. Dove si ripara una finestra rotta, si previene il disordine e si rafforza la coesione di una comunità. In che modo le nuove tecnologie, nei progetti di riqualificazione urbana, possono supportare le forze dell'ordine e le amministrazioni locali nel garantire maggiore sicurezza? "Le nuove tecnologie sono oggi una componente essenziale della sicurezza urbana: videosorveglianza intelligente, sensori ambientali, piattaforme digitali integrate che mettono in rete Forze dell'Ordine, Polizie locali, Vigili del Fuoco e servizi di emergenza. Questi strumenti consentono di intervenire in modo più rapido, mirato ed efficace, ma soprattutto di prevenire i rischi prima che diventino emergenze. Tutto questo funziona quando c'è una rete viva di collaborazione tra istituzioni e cittadini e quando le sale operative comunali diventano veri e propri centri di coordinamento, capaci di garantire un controllo costante e una presenza attiva delle istituzioni sul territorio. Venezia, per esempio, su questo ha costruito un modello esportabile anche in altre città. Il nostro obiettivo, come Governo, è chiaro: costruire una sicurezza moderna, integrata e partecipata, che unisca tecnologia e presidio umano, innovazione e responsabilità. Lo Stato non arretra davanti all'illegalità: lo dimostra l'impegno straordinario delle nostre Forze dell'Ordine e delle Forze Armate, a Roma come in tutto il territorio nazionale. Ma vale ancora, anche qui, il concetto delle “broken windows”. A che punto siamo con la ‘Missione Italia 2021-2026' e il PNRR per comuni e città? Quali criticità avete incontrato? "Siamo in una fase avanzata: molti interventi sono stati avviati dai Comuni e finanziati, altri stanno entrando nella fase operativa. La “Missione Italia” nasce per semplificare procedure e aiutare gli enti locali a tradurre i progetti in cantieri reali. Su questo il Ministero dell'Interno lavora in stretta collaborazione con ANCI e, grazie alle Prefetture, ha creato una rete di supporto a beneficio dei Comuni, in particolare dei più piccoli, che non possono contare su strutture amministrative robuste. Le istituzioni, centrali e locali, devono ricordare che i fondi del PNRR non sono soldi regalati ma, in larga parte, risorse a debito che impegnano il futuro delle prossime generazioni. Vanno spesi, vanno spesi bene e vanno spesi presto. Su questo il Governo, dal primo momento, sta facendo la sua parte". Nord e Sud viaggiano ancora a due velocità nella riqualificazione urbana? "Dipende dai casi, dalla qualità dei progetti e dalla capacità delle amministrazioni di metterli a terra. Ci sono esempi virtuosi al Nord come al Sud. Per il Governo la riqualificazione urbana resta una priorità, e il modello sperimentato a Caivano — voluto dalla Presidente Meloni — oggi viene replicato in molti altri territori, incluso il Quarticciolo a Roma. Avviare processi di riqualificazione urbana e sociale è un'urgenza per i sindaci, che devono ripensare i luoghi perché tornino a misura di cittadino: è così che si tiene lontano il degrado e si rafforza la sicurezza. È questa la sfida del futuro, quella che distingue le buone amministrazioni da quelle cattive. Indipendentemente che ci si trovi a Milano o a Roma".
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